E SE ALICE NON FOSSE PIU' ALICE?

La politica al femminile necessita di nuove cognizioni, idee coraggiose e fuga dai condizionamenti vecchi e nuovi

Creare una rete di donne pronte e capaci. Puntare sull’elemento femminile per affrontare la nuova stagione politica che ci attende. E’ questa una delle scommesse per le prossime elezioni. Avremo da fare. Molto. Per coinvolgere nelle nostre iniziative persone del sesso maschile, ma ancor più per attirare dalla nostra parte coloro che con noi dovrebbero naturalmente trovarsi: le donne. Bisogna perciò capire. Per raggiungere lo scopo è necessario fare non solo autocritica, ma affinare l’analisi dei nostri comportamenti, affondare la ricerca sui motivi inconsci del rifiuto, l’assenza di solidarietà femminile, i meccanismi del consenso elettorale.
Le profonde conoscenze che dei nostri moduli comportamentali hanno gli esperti di comunicazione, portano a comprendere com’è facile manipolare le nostre coscienze per scopi elettorali, considerando il voto come prodotto in vendita..
Non è una novità. Noi donne siamo sensibili a certi modi di presentare i prodotti in vendita fino al punto di entrare in trance ipnoide. Si conosce questo da decenni. Lo dimostrò James Vicary in un vecchio studio sulle reazione delle donne in un supermarket. Il ritmo dei battiti, egli rivelò, scende in certi casi fino alla soglia di quattordici per minuto col conseguente ingresso in una leggera forma di trance che è la prima fase dell’ipnosi. I colori, certi disegni, la confezione di una scatola possono attrarci fino al punto di non riconoscere i familiari che ci passano accanto… Grafici e disegnatori sono in grado di indurre all’acquisto impulsivo di un prodotto in base al tipo di confezione che predispongono.
Per i pubblicitari il bersaglio da colpire è la donna media. Essi la considerano una persona relativamente infelice, che si sente un po’ sola e isolata, che soffre un senso di estraniazione dal mondo. E i messaggi a lei indirizzati debbono avere un sapore quotidiano, conosciuto, domestico, per allontanare l’ansia. Attirare, ma non spaventare, indurre ad una scelta lasciando al soggetto l’illusione di aver liberamente selezionato. Proporre il candidato come un prodotto in vendita. Considerare gli elettori come “mercato”; organizzare la campagna elettorale come la vendita di un un nuovo articolo.
Esiste un nostro modo, tutto femminile, di essere facile preda dei messaggi pubblicitari. La componente infantile, il bisogno di sognare come quello di Alice nel paese della favola. Noi donne possiamo agevolmente essere convinte da chi conosce i simboli inconsci delle nostre preferenze. Può bastare un segno grafico rotondo al posto di uno triangolare per condizionare la nostra scelta.
Vi racconto un esperimento che dimostra come l’immagine creata da un disegno, alcune frasi e un grosso stanziamento per la pubblicità possono dare un profitto enorme. Questo perché noi tutti in genere, maschi inclusi, acquistiamo non tanto il prodotto quanto i significati che noi gli attribuiamo. Ciò vale però maggiormente per le donne. Gli esperimenti che lo dimostrano sono molteplici. Uno di questi, realizzato negli Stati Uniti, fu il seguente: per vendere un prodotto si pensò di usare una strategia che consisteva nel vendere “il trasferimento della sensazione” Le persone dovevano essere indotte a trasferire il disegno o il nome dell’involucro al prodotto che stava all’interno di esso. A duecento donne che avevano collaborato con dei pubblicitari al lancio del prodotto fu promessa una notevole provvista di cold cream. Dovevano però scegliere la fornitura tra due vasetti campione e provarli. L’etichetta di entrambi i vasetti recava la scritta “cold cream di prima qualità”. Una delle due aveva un coperchio con due triangoli, l’altra con due cerchi. Nessuno avvertì le donne che la crema dei due barattoli era identica. Il risultato fu quello che ottanta donne su cento scelsero la crema con i due cerchi sul coperchio perché la trovavano migliore, di qualità superiore e più facile da spalmare. Si ebbe così la conferma del dato già a conoscenza dei pubblicitari che le donne preferiscono i cerchi ai triangoli. Ci rendiamo conto delle applicazioni pratiche che i manipolatori di coscienze riescono a produrre sulla base di questa e altre informazioni di questo tipo?
Il mondo femminile avrà un percorso difficile per trovare i giusti spazi in politica, in società e nei luoghi del potere. Per arrivarci, non occorrerà rinunciare all’intimo modo di essere delle donne, ma certamente tornerà utile imparare ad osservare con occhio critico ogni bell’involucro con o senza cerchi.