Un software può riconoscerci al telefono, e stabilito che siamo poveri, metterci in lista d’attesa
Cittadini
di serie B, per noi non c’è scampo. Da oggi in poi ogni volta che
ci faranno attendere al telefono dovremo capire che ci hanno ci scoperti: non
siamo di prima categoria. Il nostro conto in banca secondo qualcuno, non è
degno di considerazione, quindi è opportuno stare da parte per far passare
avanti chi ha veramente il diritto di precedenza, cioè i ricchi sfondati.
Per adesso accade in Gran Bretagna, ma vedrete che presto anche da noi ci si
avvarrà della facoltà di non rispondere. O perlomeno di rispondere
più tardi, una volta esauditi i clienti che contano dopo che ci avranno
lasciato per un’ora ad ascoltare sinfonie musicali.
Sono più di cinquecento le aziende britanniche che con un sofisticato
sistema software sono in grado, quando squilla il telefono, di decidere se l’interlocutore
all’altro capo della linea è degno di ottenere subito la risposta
che chiede, oppure se può attendere. In tempi brevissimi il programma
del computer mette in evidenza la consistenza economica del cliente e sceglie
di dargli il diritto di parola oppure no.
Gli esami
non finiscono mai. Eduardo non sapeva fino a che punto. Sempre accade che veniamo
esaminati per come siamo vestiti, per il tono della nostra voce, l’approccio
con il nostro prossimo. Dovunque noi ci rechiamo esiste una possibilità
per gli altri di scegliere se darci confidenza, iniziare una garbata conversazione,
mentre attendiamo il turno per esempio all’ufficio postale, oppure mantenere
le distanze. E’ così. Da moltissimo tempo. Nel passato ancora più
che oggi. Anche se bisogna riconoscere che l’omologazione delle masse,
di cui scriveva Pasolini negli anni sessanta, ha permesso all’operaio
della Fiat di confondersi con il suo direttore, all’intellettuale in jeans
e capelli grezzi, di essere un enigma per chi volesse comprendere se valeva
la pena di farselo amico. Non si capiva infatti se l’uomo trasandato era
così per una sua scelta un po’ snob, oppure se aveva i pantaloni
sdruciti perché ai margini della società.
L’abito
non fa più il monaco. E spesso il monaco è vestito in bermuda
e bandana. Allora si confondono le idee. C’è la possibilità
di presentarsi in una maniera diversa da ciò che realmente siamo. Danno
un’immagine spensierata di sé coloro vano in giro con l’automobile
lucida appena acquistata, e magari debbono scegliere di pagare la rata della
macchina oppure mettere la benzina nel serbatoio.
Rammentate il film di Totò in cui tutta la famiglia, nel mese di agosto,
si chiudeva in casa per fingere di essere in vacanza? In fondo la facciata era
salva. La considerazione e la stima del vicinato veniva mantenuta attraverso
un trucco e l’enorme sacrificio di fare i sepolti vivi per lungo tempo.
Torniamo all’essere e all’apparire di Pirandello. Quante volte si
riesce a far credere agli altri di essere diversi da come ci sentiamo? E alla
base di tutto che amici sono coloro i quali hanno stima di te solo perché
hai un conto in banca cospicuo.
C’è
una generazione di donne, a partire dal serial Dallas, che ha cambiato il proprio
stile di vita apprendendo che il fattore più importante per avere successo
è l’aspetto esteriore. Da un certo periodo è mutato il modo
di vestire, pettinarsi, truccarsi di molte donne. E fin qui non c’è
nulla di biasimevole. La parte negativa è invece nel fatto che all’attenzione
per la facciata si è unita la superficialità del comportamento.
L’apparente cortesia nei rapporti che nasconde un cinismo devastante.
Le persone, secondo il messaggio di tanti programmi televisivi, contano se hanno
i soldi
Torniamo
al software che cataloga le persone. E’ stato inventato dal Gruppo AIT,
il cui presidente Nick Randall trova giusto che le aziende coccolino i clienti
migliori e trascurino quelli che non hanno il becco di un quattrino. Lo smistamento
del cliente attraverso i centralini avviene in maniera automatica. Il programma
computerizzato riconosce la zona da cui parte la telefonata e la classifica
in base al reddito. Esistono società di marketing, tra queste la Experia,
che suddividono in 52 categorie i cittadini. Esempio: ” Capitalista”,
“Imprenditore in ascesa”, o “Morto di fame”. Naturalmente,
tra tutti, l’ultimo in classifica, cioè il poveraccio, può
aspettare al telefono eternamente imparando a memoria i brani di Mozart. La
differenza però non è solo nel tempo di attesa perché gli
impiegati delle società che adottano questo sistema, devono usare un
diverso linguaggio con il cliente facoltoso ed essere con lui suadenti, mentre
con gli altri possono essere sbrigativi e al limite anche sgarbati.
L’ultima illusione
ci viene così bruciata. E’ inutile. Chi magari fino a ieri si illudeva
di poter sentirsi cittadino uguale agli altri dietro l’anonimato del telefono,
nel futuro si renderà conto che non servono più né finte
vacanze tappati in casa, né automobili pagate a rate, né vestiti
presi a prestito. Basterà telefonare alla banca o ad una qualsiasi azienda
e questa ci farà la radiografia delle nostre possibilità economiche.
Risulterà infruttuoso usare un particolare tono di voce, essere bravi
nel presentarsi, avere una dialettica interessante. Non servirà a nulla.
In sintesi il software metterà in evidenza il nostro valore economico
e se risulterà poco consistente resteremo lista d’attesa.
Che ne sa
il computer? Esegue solo quanto è previsto nel suo programma. Non può
accorgersi di altro. Noi possiamo invece. Facciamo attenzione. Quell’inclassificabile
individuo che sta nella palazzina di fronte, per esempio, è magari una
persona di grande valore. La sua giacca logorata può trarci in inganno.
Il suo codice telefonico lo fa stare in attesa al telefono. Pensiamo però
a quante persone tra scienziati, artisti di fama mondiale, letterati eccelsi,
potrebbero attendere al telefono secondo il giudizio ignorante del computer.
W.M.