FIGLIE DI UN DIO MINORE

Chissà perché le luci si spengono quando parlano le donne

Ha un bel dire la relatrice, “creiamo una rete di giornaliste, facciamo in modo che le notizie escano puntuali”. Tornata a casa dal convegno del Capranica faccio lo zapping in tutti i canali ed come se la mobilitazione delle donne non fosse avvenuta. Silenzio. Chiedo: “Qualcuno ha visto qualcosa in tv?” “Sì -mi rispondono- Berlusconi ha festeggiato il decennale di Forza Italia”. Un’ora e quaranta trasmissione in più canali televisivi, uno spazio del valore economico di milioni di euro se vogliamo valutarne il costo pubblicitario. E’già iniziata la campagna elettorale del Premier e come potevano rappresentare quelle centinaia di donne giunte da tutta Italia per protestare contro la legge sulla procreazione medicalmente assistita? Non interessa nessuno. Come nasceranno i futuri figli non è notizia degna di rilievo. Le firme di scienziati come la Montalcini, Dulbecco, Margherita Hack sono sottaciute perché l’attenzione è rivolta alle chiacchiere di Silvio Berlusconi che narra come sin dall’inizio lo spirito Santo sembra essere sceso sul suo capo a benedire il suo ingresso in politica. C’è da farsi davvero il segno della croce. Ripenso a Chiara Valentini, la giornalista che spronava le donne ad attivarsi per indurre i direttori dei giornali a dare informazioni sui problemi relativi alle politiche femminili ed ora soprattutto a questo che tra i problemi emerge in tutta la sua drammaticità. Diamine, si tratta dei futuri uomini.E’ in gioco la ricerca scientifica, le cellule staminali, le sperimentazioni genetiche. I bambini che nasceranno o non nasceranno. Possibile che si sorvoli in questo modo incredibile?

Rammento le dichiarazioni di Lucia Annunziata,"l'informazione politica è concentrata in poche mani. Troveremo posto per le donne se si avrà meno paura del dibattito politico. Dieci anni fa eravamo in onda tutti. Se oggi vogliamo rappresentare la società, dobbiamo avere anche le finestre oltre alle porte".
Il presidente di garanzia della Rai ha pronunciato anche in altre occasioni buoni propositi relativi alla presenza femminile nella programmazione Rai, perché – ha detto- la tv è il luogo di eccellenza per vedere come la donna abbia conquistato spazio nella società”.
Infatti, abbiamo visto.

C’è un episodio davvero sintomatico di qualche anno fa che va raccontato. Era una conferenza nella sala del Cenacolo della Camera dei deputati, patrocinata dal Ministero per le Pari Opportunità. C'era una massiccia presenza di giornalisti e fotografi. La scaletta prevedeva l'intervento dell'onorevole Luciano Violante, presidente della Camera dei Deputati, di Celestina Ceruti, presidente del Consiglio regionale dell'Emilia Romagna, poi di Silvana Amati, presidente del Centro Studi delle assemblee Legislative Regionali (CESAR) e presidente del Consiglio regionale delle Marche. Quindi di Amalia Sartori, parlamentare europeo e presidente del Consiglio regionale del Veneto. Oltre all'onorevole Silvia Costa, che in rappresentanza della Commissione Parità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, coordinava la conferenza e preannunciava che di lì a poco sarebbero intervenuti alcuni ministri di sesso femminile, e prima fra tutte il Ministro per le Pari Opportunità Laura Balbo, seguita da Katia Bellillo, ministro per gli Affari Regionali. Poi la senatrice Francesca Scopelliti, l'onorevole Claudia Mancina, l'onorevole Anna Serafini e altre ventisei donne con incarichi istituzionali. Il discorso di Violante terminò, e immediatamente cameraman, fotografi e maestranze si avviarono in fretta verso l'uscita portando con sé i loro pesanti attrezzi. Delle donne ministro, delle donne deputate, delle presidenti dei consigli regionali, delle rappresentanti di partito o assessori o consiglieri, quei giornalisti non sapevano che farsene. Andarono via. Lasciarono la sala con gli attrezzi in spalla. Privarono il locale anche dell'illuminazione che peraltro serviva per le riprese.
Silvia Costa, la Serafini, Rita Capponi e altre, parlottano durante l'intervallo.Appena possibile avrebbero organizzato una protesta. Pensavano di commissionare a qualcuno uno spazio pubblicitario per fare uno spot di denuncia.
Rita mi chiese se avevo qualche idea. “Non ce n’è bisogno –risposi- basta rappresentare la realtà:
Durante un convegno- le dissi- dopo che se ne va il ministro di sesso maschile i giornalisti e gli operatori tv escono alla spicciolata. Portano via anche le luci per le riprese. Tutte tranne una. Un occhio di bue che manda un fascio luminoso sulla ministra che tenta di riprendere il discorso sulle pari opportunità appena iniziato: "Dicevo è mia intenzione far luce..." Qui l'oratrice viene interrotta dall'operaio delle luci che dice: "Mi scusi, ma devo smontare tutto e andarmene. Mi hanno detto che non serve più restare". Spegne allora quell'unico 'spot' luminoso e si allontana.
Dal buio si accende la flebile luce di una candela che schiarisce appena il viso della donna ministro. Si inquadra poi la sala dei convegni dove le donne presenti, una ad una accendono fiammiferi e accendini. Di nuovo si inquadra il ministro Laura Balbo delle Pari Opportunità che dice: "Stavo spiegando che sarebbe nostra intenzione far luce sulla poca visibilità che hanno le donne presso i Media". Alla fine di questa frase il suo fiammifero si spegne, si spengono anche gli altri, e la sala resta al buio”.

W.M.