Rapporto Eurispes 2004: La questione maschile raccontata dai mass media

MARSUPIALI, MAMMI O MASCOLINISTI?

Aggrediti, denigrati, intimiditi. Barbablù va in pensione e lascia il posto alla figura dell’ uomo gentile, l’anti-macho in balia della donna emancipata

di Wanda Montanelli

Pare che lo slogan più in voga, adesso, tra una certa categoria di persone sia: “Sebbene che siam uomini paura non abbiamo…”. Un’originale ricerca Eurispes, mi ha aperto gli occhi sulle defaillances del maschio moderno, l’esemplare umano “forte” osservato in insoliti aspetti che mi hanno portato a leggere il “Rapporto Italia 2004” tutto di volata.
Uomini sotto attacco, quindi, che perdono ogni giorno di più autorevolezza e reputazione. Maschi a perdere senza difesa che si rivolgono a telefoni azzurri, verdi o gialli per denunciare i soprusi di lei. C’è tutto un movimento d’opinione che si propone aiutare questi maschi aggrediti. E come sempre nelle azioni promozionali di genere la strategia parte dai mass media. La ricerca Eurispes conta 164 articoli di stampa catalogati sotto la voce “aggrediti” , che costituiscono solo un argomento dei 691 testi di stampa analizzati dal 1989 al 2003. Gli altri titoli dei filoni di ricerca che riguardano il maschio maltrattato sono: Denudati, Fragili, Vanitosi, Accusati, Uomini in lotta, Casalinghi, ecc.
Davanti a me uno scenario nuovo si è schiuso. Ho voluto capire, ponendomi in maniera neutrale, e il più possibile obiettiva, nello stato d’animo di chi non sapeva e adesso sa. Soprattutto perché l’argomento ci riguarda proprio da vicino. Quest’aggressività psicologica che la donna mette in atto, questa sua “competitività contundente”, le assurde pretese di prestazioni di vario tipo, l’inaffidabilità e la perfidia con cui bersaglia il maschio, porta a disturbi gravi che sfociano in vera e propria crisi della maschiezza.
Insomma per meglio addentrarvi nel problema trascrivo i titoli di giornali con cui si rimpiange il “maschio perduto” incitandolo ad alzare la testa: “Maschi, ribellatevi”, “Povero maschio apatico”, “Vieni avanti maschio”, ”Maschi senza potere”. E così via.
Aggiungo un altro passo del testo Eurispes: “Una volta fatta conoscere al pubblico la miseria della condizione maschile l’interesse degli opinion-maker si affievolisce. (…) Viene posto l’accento su una serie di fenomeni che testimoniano il lato debole, oscuro e oscurato, di lui oggetto di violenza e così viene alzato il velo su quel fenomeno invisibile che attiene alla violenza domestica a danno di mariti e conviventi colpiti a sangue da donne armate di padella (sembra sia questa la preferenza)”.
Che succede allora? Pare che la mascolinità affievolita cerchi di conquistare altre aree. Piuttosto che niente reclama il “diritto” all’immagine per far concorrenza alla notoria femminilità della donna “oggetto”. E si amplia l’adesione a nuove professioni: ragazzi esibiti strip-tease, gigolo, cover boy, Una vera e propria femminilizzazione del maschio viene a manifestarsi in diverse forme: fragilità, aumento di slancio umano. Tendenza alla casalinghitudine e spinta emotiva verso le problematiche familiari, tra cui quelle relative alla prole.
Il rovescio della medaglia è però l’azione stritolante dei Tribunali, che non riconoscono nel 90% dei casi la tenerezza e responsabilità del maschio. Il padre diviene di norma “genitore non affidatario” e si unisce in associazioni per chiedere il diritto di restare con i figli. Tra cui l’associazione Ex, per l’assistenza ai genitori separati, che insieme all’Eurispes ha realizzato l’”Osservatorio sui delitti di coppia e parentali”, un centro di documentazione sugli esiti deleteri del disaccordo di coppia.
La paternità negata è insomma uno degli aspetti più seri e di difficile soluzione. D’altra parte in favore delle donne si pongono una nutrita serie di articoli catalogati sotto il titolo: “uomini accusati”.
Qui entrano in gioco i geni o l’educazione. Si descrivono uomini stupratori per natura, violentatori domestici, padri assenti, capiufficio molestatori di inermi impiegate, datori di lavoro che attraverso l’esercizio del mobbing assoggettano le dipendenti.
Ce da chiedersi quanto sia giusto che la figura dell’uomo venga in generale screditata per il comportamento di una percentuale di maschi prevaricatori e violenti. Donne e uomini malvagi non rappresentano le due categorie, i due generi. Semmai a dare un maggior carico al comportamento maschile sono le statistiche. Ancora una volta importante metro di misura, che pesa di più dalla parte di lui. Non però unico.
Gli uomini organizzati si riuniscono in associazioni più varie. Quella “dei mariti traditi dalle mogli”, o dei “club per la rinascita dei latin lover”. Esistono però anche “organizzazioni per gli uomini migliori”, che si battono contro la violenza sulle donne, e il movimento degli “Uomini in cammino”, per la cooperazione tra maschi e femmine.
Il club dei masculinist, mascolinisti americani, ha un rappresentante in Italia, nell’ingegnere Marco Faraci, costruttore del sito tematico uomini.cjb.net, il quale spiega che masculinist non vuol dire maschilista, ma dà significato al movimento “Pari diritti per gli uomini” e si batte analogamente a come le donne si battono per le pari opportunità.
In questa panoramica dilatata esiste anche l’uomo nuovo. Il maschio fragile come vetro. L’essere morbido che si commuove davanti a un film romantico, ama e punta sul rapporto di coppia impegnandosi e soffrendo, si ammala di anoressia come le donne. Talvolta considera il lavoro domestico e la cura dei figli, tra pannolini e biberon, l’occupazione principale. Un mammo insomma. Allevatore di prole, miscelatore di nativà e Sangemini, nel biberon, al posto dello shaker con Martini, rum e scorzetta di limone.
Le istituzioni incoraggiano la tendenza. Oggi il presidente Ciampi in occasione della festa della donna. Ieri addirittura una “Giornata dello sciopero del papà” indetta dal premier inglese Tony Blair per passare 12 ore della giornata con i figli.
Le “azioni positive” vengono assunte, conseguentemente alle esigenze sociali.La politica spesso registra le tendenze e produce effetti. Nel 2000 viene approvata la legge sui congedi parentali che permette ad entrambi i genitori di assentarsi dal lavoro in caso di nascita del figlio. Si valorizza anche attraverso gli spot pubblicitari il rapporto padre-figlio. Classico lo zainetto-marsupio da cui emerge la testolina del bambino. Piccolo bebè tranquillo e protetto dalla stazza del padre. Il contatto fisico tra padre e figlio esprime fiducia, amore, gioia. L’abbraccio, il gioco, la complicità tra i due rassicura entrambi e stabilisce nuovi canoni comportamentali, cancella l’imbarazzo che avevano i padri antichi a mostrarsi troppo premurosi e teneri. Rassicura anche la madre, quando il rapporto è equilibrato. La donna che ritenendo affidabile e attento il proprio compagno esce di casa per dedicarsi in maniera serena ad attività lavorative o ad una semplice serata con le amiche.