SONIA, LA PIEMONTESE, HA CONQUISTATO L’INDIA
Come fa una donna senza vocazione politica a diventare premier?
La timida Sonia,
non voleva altro che sposare il ragazzo conosciuto a Cambridge. Erano gli
Anni Sessanta e lei da Torino era partita verso la Gran Bretagna per studiare
l’inglese. Il fidanzato indiano conosciuto per caso nel campus universitario
le disse che intendeva fare il pilota di aerei. I signori Maino, genitori
della studentessa, non si aspettavano la prima volta che la ragazza parlò
di un certo Rajiv con il quale si vedeva, che il loro futuro genero era il
figlio di Indira Ghandi, la premier d’acciaio.
Come può succedere che una giovane piemontese, senza alcuna vocazione
politica, sia oggi prossima a prendere la guida del governo della più
grande democrazia del mondo? Chi mai avrebbe scommesso una rupia su di lei?
Sonia Maino
in Ghandi ha vinto le elezioni in India alla guida del partito del Congresso.
Per anni aveva escluso ogni possibilità di lasciarsi coinvolgere dalla
politica. Solo la promessa di Rajiv, rampollo della dinastia Ghandi, di non
essere in alcun modo intenzionato ad entrare in politica la convinse a sposarlo
nel ’67. E la vita con in figlio di Indira si svolse per oltre dieci
anni come quella di una qualsiasi famiglia borghese.
Questa
storia forse ci insegna che le risorse e il talento di una donna si valorizzano,
come spesso accade, solo se le circostanze creano un terreno fertile per la
sua crescita.
Non credo che Sonia sia l’unica. Potrebbe chiamarsi Franca, Rosa o Eleonora.
Forse se il figlio di Indira non avesse conosciuto la ragazza torinese si
sarebbe innamorato una bella ragazza indiana, oppure di una francesina dai
capelli neri a caschetto. Intendo dire che è così alta la percentuale
di donne che hanno abbastanza talento da riuscire in politica che un’occasione
come quella di trovarsi all'interno una famiglia che rappresenta la dinastia
indiana più importante avrebbe costituito un’occasione per molte
donne. Anche per molti uomini, ma di occasioni loro ne hanno di più.
Sonia è
vissuta tra persone che ogni giorno avevano a cuore la soluzione di problemi
immensi come possono esserli quelli relativi a una nazione che conta oltre
un miliardo di abitanti.
La scuola di politica di Sonia Maino è stata la famiglia acquisita,
sua maestra incomparabile Indira, la suocera con la quale per anni ha condiviso
in pace l’affetto per Rajiv, vivendo fino al 1980 come una qualsiasi
famiglia borghese. Poi una svolta. Le cose cambiano. Sanyay, fratello di Rajiv
destinato alla carriera politica, muore in un incidente, e sembra proprio
che il marito di Sonia non possa più tener fede all’antica promessa
di non occuparsi di politica.
Se non lui, chi a quel punto potrebbe rappresentare degnamente il Partito
del congresso? Sembra che in quegli anni i litigi tra Sonia e Indira fossero
quasi quotidiani. La madre di Rajiv spronava il figlio ad entrare in politica,
la moglie gli ricordava di averlo sposato perché lui in Inghilterra
gli aveva assicurato che avrebbe fatto il pilota..
La storia però prese una piega diversa quando le guardie del corpo
assassinarono Indira Gandhi, primo ministro d’acciaio, promotrice della
“rivoluzione verde” ideata per affrancare milioni di contadini
dalla fame. Era il 1984, Rajiv non ebbe scelta. Si candidò e sgominò
gli avversari durante le elezioni. Divenne premier a sua volta e purtroppo
anche lui nel 1991 fu ucciso durante un attentato organizzato dalle Tigri
del Tamil.
Sembra a questo punto che la storia sia finita. Il destino, si è accanito
su questa famiglia. Le cose sono andate storte più di quanto gli stessi
timori iniziali di Sonia potessero farle prevedere. La ragazza di Orbassano
poteva prendere i suoi due figli e allontanarsi da quel campo di dolore.
A quel punto, però Sonia si sarà chiesta perché erano
vissuti e morti i suoi familiari (dal capostipite Jawaharlal Pandit Nehru,
primo premier dell’India indipendente nel 1947 e collaboratore del Mahatma
Gandhi, omonimo del marito di Indira, fino a suo sposo Rajiv).
Se tutto doveva finire nel nulla, se il Partito del congresso doveva continuare
a perdere le elezioni cosa l’aveva portata lì, tanto lontano
dalla sua Orbassano?
Le riposte vennero poco per volta. Timidamente la forestiera incominciò
ad avvicinarsi alla politica. Imparò una lingua difficile come l’hindi,
sopportò la diffidenza nei suoi confronti per il fatto di non essere
indiana. Incassò anni di sconfitte elettorali del partito della dinastia
Nehru-Gandhi.
Imparò la lezione. La timida italiana divenne una donna straordinaria,
testarda, intelligente e tenace. Tutte qualità che aveva sin da quando
imparava le lingue a Cambridge, ma teneva nascoste perché credeva che
la sua massima aspirazione fosse quella di sposare quel bel ragazzo dagli
occhi neri e metter su famiglia.
Le risorse delle donne spesso sono messe a tacere perché l’educazione,
la cultura, i modi di pensare tendono a far credere che oltre ad un buon matrimonio
e a qualche lezione di bon ton non è interessante aspirare ad altro,
specie per la figlia di un piccolo costruttore di provincia.
Sonia però trova un destino avverso. Avrà pensato “Io
non ve l’ho chiesto”, però se qualcuno pensa di poter determinare
il corso della storia a suo favore perché qui non c’è
nessuno che possa reagire, si sbaglia. Ci sono io, ci sono i figli miei e
di Rajiv, i nipoti di Indira. Non ve la daremo vinta.
Si mette in gioco, lotta, tesse, impara, e oggi, contro ogni previsione, vince
facendo piangere mezza India.
E’
straordinario il modo in cui i figli parlano di Sonia. La bella Priyanka,
su cui molti puntano per il futuro del Congresso. Rahul Gandhi, altrettanto
dotato, che dopo aver conquistato il seggio con il 70% dei voti nel collegio
elettorale dell’Uttar Pradesh, ha preferito dire a giornalisti come
sia fiero di quella madre. Sonia la tessitrice, testarda e forte. Sonia la
ex timida che ha riportato il partito del Congresso al potere a Dheli. Ha
realizzato una specie di miracolo. Esortando a rimboccarsi le maniche ha conquistato
i ceti poveri e sconfitto la destra dello “Shining India” (India
che brilla). Ha sbaragliato quel partito sostenuto da vedette di Hollywood,
quel Bpj del premier uscente Vajpayee, attrezzato per propagandarsi con moderne
tecnologie di comunicazione.
Lo slogan di Sonia “rimbocchiamoci le maniche” produceva commenti
duri del tipo “la vedova di Rajiv non si accorge che il partito ha le
braccia tagliate”. Più di 380 milioni di persone hanno votato
durante tre settimane. Il Congresso ha ottenuto 219 seggi su 543. Il Bpj solo
180. Ha vinto il centro-sinistra e Sonia per governare avrà l’appoggio
dei due partiti comunisti che hanno 63 eletti.
Il boom
economico riguardava circa 150 milioni di persone su oltre un miliardo. Gli
atri, gli esclusi hanno scelto Sonia: gli intoccabili, i miseri abitanti delle
baraccopoli, i giovani disoccupati, gli ammalati senza cure, i cittadini senza
acqua. Sonia ha parlato loro di sanità, diritti dei poveri, lavoro,
sostegno all’agricoltura. Gli altri, hanno parlato di softwere, bit
e tecnologia. Argomenti troppo difficili per chi tutti i giorni deve inventarsi
il modo per non morire di fame.
Così
la straniera, la piemontese, ha riportato al governo la dinastia gloriosa
dei Gandhi. Forse ha aggiunto un altro significato alla vita dei suoi familiari
uccisi. Forza Sonia. Forza Rhaul. Coraggio Priyanka, il partito vede in te
così spigliata e forte l’incarnazione di tua nonna Indira. Ci
aspettiamo molto da voi.
W.M.