LA TRISTE STORIA DI UNO STIVALE DI CARTA

Vendere tutto, questa la parola d’ordine della cartolarizzazione, ma a vantaggio di chi?

Con la erre moscia inconfondibile, per me oltremodo irritante, il ministro Tremonti nel novembre del 2002 annuncia “La più grande operazione di cartolarizzazione di uno Stato sovrano e la più grande emissione di Abs (asset-backed securities) mai realizzato in Europa. L’obiettivo è quello di portare nelle casse del Tesoro oltre 6 miliardi e mezzo di euro.
Con un linguaggio ancora più fastidioso della pronuncia (ma che volete ognuno ha le proprie colpevoli intolleranze), il ministro dell’economia, parla di assets rischiosi, e costosi, cioè gli immobili degli enti previdenziali, che “vanno trasformandosi in depositi sicuri” al fine di realizzare una politica degli assets a vantaggio del contribuente”.
Si crea la Patrimonio Spa e Infrastrutture Spa, società in mano al ministero del Tesoro con compiti di “produrre ricavi dalla valorizzazione del patrimonio pubblico, e di coinvolgere i privati nel finanziamento delle spese della costrizione di infrastrutture”.
62,500 immobili dello Stato e degli enti vengono cartolarizzati.Inail,Empals, Inps, Impdap, Ipost, ecc.
Ma andiamo per gradi. Prima di questa data era stata creata la Scip. Esattamente il 23 novembre 2001: Società cartolarizzazione, immobili pubblici Srl, alla quale per legge viene trasferito l’enorme patrimonio immobiliare degli enti previdenziali. Troppo scontato il manifesto degli inquilini “La Scip ci scippa” affisso in tutte le maggiori città italiane.
Questo soggetto economico con sede legale in Roma, Via Ettore Petrolini 2, non avrebbe dovuto essere l’unico: Lo aveva deciso il Parlamento votando nel 2001 la legge di conversione del decreto 351 del 25 settembre dello stesso anno, prescrivendo infatti “uno o più società di cartolarizzazione”. Solo che per una serie complicata di passaggi, (rimando per chi volesse saperne di più al testo di Giuseppina Pateriniti, Editori Riuniti, maggio 2004), compare ad un certo punto un decreto ministeriale che in previsione del trasferimento degli immobili, cita “una o più società di cartolarizzazione. Non tiene conto il decreto della Legge di cui detta i criteri di applicazione e a cui è subordinato. Permette la nascita di una società individuale, la Scip appunto, che “viene immessa nel possesso giuridico dei beni immobili trasferiti”.
Facciamo una breve sintesi del vantaggio economico di questa operazione. Nel 2004 per 27.250 appartamenti e 262 immobili non residenziali, l’incasso per lo Stato è di 2,3 miliardi di euro, su un valore complessivo di 3, 83 miliardi.
La tesi de Ministero dell’Economia è quella che “i conti pubblici hanno messo in bilancio incassi importanti durante una difficile fase di crescita economica”.
Ma la magistratura contabile e gli studiosi d’economia lanciano l’allarme. Emerge la preoccupazione che la cartolarizzazione possa provocare, in alcuni casi, una riduzione del gettito negli anni futuri. I magistrati contabili della Corte dei Conti indagano sulle cartolarizzazioni e l’Inps, e inviano un elenco dettagliato ai Ministeri interessati in cui focalizzano il rapporto costi-benefici e chiedono conto dei risultati di entrata effettivamente conseguiti, rispetto a quelli potenziali. Oltre a questo i giudici chiedono conto delle commissioni, e delle spese sostenute dalle società di cartolarizzazione, e di ogni altra spesa inerente. Manin Barabba, presidente della Corte dei Conti dopo un circostanziato discorso ha concluso dicendo: “Solo la divina provvidenza ci separa da un caso Parmalat del settore pubblico”
Questo perché nascono dubbi sulla reale valutazione economica degli assets, sul continuo ricorso ad operazioni fuori bilancio, sugli interessi pagati per l’emissione di titoli, sul riaffitto allo Stato dei palazzi occupati dagli uffici pubblici (quale famiglia di buon senso venderebbe la casa dove abita per poi pagare per sempre l’affitto?).
C’è anche da considerare la scadenza della prima tranche dei titoli Scip2, scaduti il 26 aprile 2004. Il rimborso è di 1,5 miliardi di euro più 400 milioni per le cedole. La Scip ha in cassa solo 693 milioni, quindi lo Stato si fa garante di un prestito-ponte alla Scip con ulteriori costi per gli interessi.
Ma in questa deprimente storia esistono altri aspetti negativi, come la svendita dei beni artistici, vera ricchezza del nostro Paese. Tra questi villa Manzoni sulla Cassia a Roma, due palazzi storici a Reggio Emilia, un altro a Genova, tutti acquistati dal fondo americano Carlyle, (società con interessi economici in 55 paesi del mondo) in un insieme di 36 immobili non residenziali. Principale consigliere dei fondi Carlyle Asia è Bush senior e fino all’ottobre del 2001 anche alcuni membri della famiglia bin Laden. Ne fanno parte anche Franck Carlucci, ex direttore della Cia e segretario della Difesa del presidente Reagan. Letizia Moratti ministro della pubblica iscrizione e Chicco Testa, ex presidente dell’Enel sono parte della componente europea della società.
C’è tutta un contenzioso relativo agli innumerevoli ricorsi al Tar da parte degli inquilini che si sono visti aumentare il prezzo di vendita pre-stabilito fino al 40%. Cé una specie di rivolta dei militari scoppiata nell’estate del 2003. Scontro aperto tra il ministro dell’Economia Tremonti e quello della Difesa Martino,in cui il sottosegretario della presidenza del Consiglio Letta cerca di fare da mediatore tra i due cercando un compromesso.
L’elenco dei beni è estremamente interessante in questo caso: Isolotti a Marghera nella Laguna, aree edificabili in zona Prati a Roma, il campo di volo di Taliedo a Milano, e così via.
Ancora i militari sono in assetto di guerra e sembra che intendano vendere cara la pelle. Un’Ansa del 6 aprile 2004 pubblica le dichiarazioni del sottosegretario Armosino che esprime:”L’operazione non è avviata perché ci sono ancora problemi con la difesa. Sono in ritardo con i trasferimenti e non adempiono alle decisioni assunte in sede parlamentare”.
Questi alti dirigenti del ministero non sanno essere tempestivi. Bisogna dirlo. Necessita prendere ancora una volta esempio da Berlusconi che, se pure a qualcuno venisse in mente di vendere palazzo Chigi, lui non avrebbe alcuna ripercussione logistica. C’è villa Certosa in Sardegna, immersa nella macchia protetta della costa Smeralda che potrebbe diventare la sede della Presidenza del Consiglio. I lavori fatti in gran segreto e con urgenza, hanno realizzato un lago artificiale, un finto teatro greco, una bat-caverna con annesso tunnel di fuga. Sembra che lo abbiano costretto, per ragioni di sicurezza i responsabili del Censis, il comitato esecutivo per i servizi segreti.
Che strani percorsi hanno le regole da noi in Italia. Qualcuno è costretto, per il bene della nazione, ad uscire di casa sfrattato. Altri, loro malgrado, sono costretti a costruirsi forzatamente un lago e un teatro greco per lo stesso amore di patria. Berlusconi però non organizza barricate per questo. Sopporta le imposizioni dall’alto senza lamentarsi.

Anna Ferretti