LA TEORIA DEL CAPPELLO
Principi e desideri di trasparenza in politica

di Wanda Montanelli

Costa 57.737 euro la pagina intitolata “Parlamento pulito", pubblicata da Beppe Grillo sull'International Herald Tribune per sapere se esista al mondo un altro Paese dove una cifra consistente di parlamentari pari al numero di 23 (ma anche un dato inferiore potrebbe essere interessante) restano ancora in Parlamento a rappresentare i loro cittadini pur essendo condannati con sentenza penale definitiva.
Clean Up Parliament, è stato in verità finanziato da migliaia di cittadini che seguono il comico sulla rete e affollano i suoi spettacoli in ogni parte d’Italia.
La voglia di pulizia degli italiani perdura, nonostante le delusioni di questi ultimi tempi. La restaurazione di metodi e giochi oscuri della politica da molti anni a questa parte non li definitivamente sconfitti.
Esiste una parte di idealisti indomabili che ancora credono possibile liberare l’Italia dai disonesti, i furbi, i professionisti della politica grigia; quelli abili a truccare le carte, bluffare, trovare in ogni operazione tornaconto personali.
La Politica, intesa come arte o scienza di governo è qualcosa di elevato che viene perennemente ridotta al rango di prodotto di scambio, trampolino per il potere fine a se stesso, sistema di conquista di beni e privilegi.
Quando mi capita di sentire il comico e interessarmi alle sue provocazioni, il divertimento è altissimo perché commisurato alla totale partecipazione alle sue idee che pur presentate in formula parossistica, collimano fino al dettaglio con quello che penso, e talvolta mi stupiscono per essere così coincidenti, tanto da assumere il carattere della rivelazione di un segreto. “Coma fa a sapere che penso anch’io perfettamente la stessa cosa?”. Lo stupore per essere stati preceduti prima di formulare l’idea è uno dei segreti del suo successo.
E’ questo il motivo per cui gli spettacoli del comico sono affollati. Le persone che vanno a sentirlo, quelli che gli scrivono sulla rete, sono consci dell’intelligenza espressiva che sprigionano le sue esternazioni e si rassicurano e gratificano per questo. Grillo rappresenta la prova mediatica che le coscienze non sono addormentante. Almeno non tutte lo sono, e il trovarsi in tanti a pensare in maniera chiara su certi argomenti risulta incoraggiante; confuta le troppe teorie sull’ineluttabilità del deterioramento della classe dirigente di governo.
“Il mondo è corrotto e la politica è sudicia”. Questa la frase più comune che stabilisce un principio in cui tutti quelli che si sono arresi all’impossibilità del cambiamento in meglio della società credono ciecamente. L’altra riguarda il cosiddetto pelo sullo stomaco che si ritiene elemento biologico indispensabile a chi si occupa della gestione del potere politico e istituzionale.
Molti anni fa quando iniziai ad avvicinare l’Italia dei Valori, subii le critiche affettuose di molti amici che ritenevano non essere adatta la mia persona ad un mondo di lupi come quello politico. E la riserva era generale non rivolta al nostro giovane movimento. “Ti faranno a pezzi” era la frase più comune. Non capivo perché avrebbero dovuto farmi a pezzi quando ero abituata ad affrontare ogni tipo di situazione. A sbrigarmela da sola fin dall’età di diciassette anni, a viaggiare, lavorare in attività più diverse, alcune delle quali inventate da me di sana pianta. Certo di lupi ne avevo incontrati, e gambe tese sul mio percorso pure, ma avevo scansato i lupi, e superato gli sgambetti. Con tenacia, cortesia, disponibilità. Senza equivoci di debolezza, perché talvolta capita che si scambi l’educazione e le buone maniere per fiacchezza, ma si fa presto poi a mettere i paletti di contenimento dell’esuberanza malevola.
L’assioma “calma virtù dei forti”, non è considerato molto. In genere la gente ha fretta di conferme, rassicurazioni, esazioni. E così facendo crede di essere forte. Forse lo è ma in un modo diverso e non sempre vincente. Perché il garbo, la meditazione, la metabolizzazione del problema che nel ripensamento da grande diviene piccolo, poi insignificante, fino a sparire del tutto per rivelarsi un falso problema, sono prove di saggezza. Così come è prova di forza saper riconoscere il problema vero ed affrontarlo con tante energie in più perché non sprecate in stupidaggini.
Esistono comunque gli irriducibili delle teorie tenebrose sul mondo della politica. Secondo i quali non ci sarebbe nulla da salvare perché le persone positive non hanno modo di trovare spazi per coltivare le proprie intenzioni di rendere migliore la società, né queste hanno possibilità di ascolto e crescita.
Agli incaponiti assertori del “tutto marcio” che mi capita di dover ascoltare sono solita replicare che un giorno saranno costretti a mangiarsi il cappello. Tanto è vero che quelli che mi conoscono la chiamano ormai la “teoria del cappello” che tiro fuori ogni volta che mi si tenta di sopraffare (purtroppo spesso da interlocutori numericamente avvantaggiati nelle teorie avverse) con frasi riferite ai politici del tipo “sono tutti uguali”, “hanno il pelo sullo stomaco”, “niente spazio per gli idealisti”.
Solitamente chiudo la discussione dichiarando che il mondo che loro disprezzano è fatto di tante persone oneste e che potrò, prove alla mano, dimostrare un giorno che in politica la correttezza paga. Alle imputazioni che mi rivolgono di eccesso di ottimismo e utopia, replico di solito: “Vedrai se un giorno non ti faccio mangiare il cappello!”. Poi aggiungo “di cioccolata”, per non infierire troppo.
Così guardo avanti. Proseguo per la mia strada, e ogni tanto lancio un’occhiata al negozio del mio pasticcere di fiducia che sa già che un giorno andrò da lui per ordinargli un cappello di cioccolata.