PER
UNA POLITICA CHE GUARDA AL FUTURO:
le mille esperienze per la riduzione dei rifiuti
articolo di Alessio Ciacci proposto da Caterina Di Francesco
Sono molte le pubbliche amministrazioni che hanno capito quanto sia importante ridurre l’impatto della nostra società sull’ambiente. Ciò è possibile modificando gli stili di vita quotidiani, e le pubbliche amministrazioni più sensibili, stanno sperimentando politiche di prevenzione dalla produzione dei rifiuti.
La
crescita costante.
Gli ultimi decenni sono, purtroppo, caratterizzati dalla continua ed inarrestabile
crescita dei rifiuti. C’è chi ritiene che questo sia un bene, in
quanto conseguenza dell’aumento dei consumi e, quindi, del benessere generale.
C’è chi, invece, sostiene che, con volumi così enormi di
produzione dei rifiuti, presto saremo costretti a cercare un altro pianeta dove
scaricarli.
In Italia, da alcuni anni è stata superata la quota di 30 milioni di
tonnellate annue di rifiuti urbani prodotti, equivalenti ad un valore pro-capite
di circa 524 kg/abitante per anno.
E’ allarmante il dato che vede, dal 1995 al 2000, la quantità di
rifiuti urbani prodotti aumentare del 12,2%, con un tasso medio annuo pari al
2,4%.
Come
porre rimedio a questa situazione?
Di fronte a queste crescenti montagne di immondizia, le amministrazioni pubbliche
si trovano a dover decidere quali scelte strategiche adottare per salvarci dalla
nostra spazzatura.
Le alternative sono almeno due: bruciare i rifiuti, alimentando l’insostenibilità
del sistema, oppure, scegliere pratiche di elevata differenziazione e riduzione.
Ebbene sì, ci sono pubbliche amministrazioni e ministri che ancora oggi
guardano all’incenerimento come una soluzione sostenibile per la produzione
di energia. Peccato che la costruzione di un inceneritore e la sua messa in
opera non sarà mai sostenibile, visto che l’impianto ha bisogno
di rifiuti per alimentarsi e questi non potranno mai diminuire. Senza poi considerare
gli impatti inquinanti delle polveri sottili, i rifiuti pericolosi prodotti
dall’incenerimento e l’impossibilità di differenziare elevate
percentuali dei rifiuti.
Mai, logica fu così folle come quella di chi, dicendo di amministrare
bene una città o un paese, avvelena irrimediabilmente aria, acqua, suolo
ed i cittadini per fare dello smaltimento un vero business.
La
raccolta differenziata, un primo passo verso la sostenibilità.
Esperienze importanti in tutta Italia dimostrano come non esista un limite alla
possibilità, da parte dei cittadini, di differenziare quasi tutta la
propria produzione di rifiuti.
Il Consorzio Priula, ad esempio, serve 26 comuni della provincia di Treviso,
raggiungendo il 74% di raccolta differenziata attraverso l’applicazione
regolare della tariffa (si paga per i rifiuti indifferenziati prodotti).
Il Comune di Legnano (56 mila abitanti in provincia di Milano) nel mese di Maggio
2005 ha attivato il sistema di raccolta domiciliare dei rifiuti e la raccolta
differenziata è passata dall’28 al 65%, riducendo del 74% lo scarto
indifferenziato.
Oppure l’esempio di Ascit, l’azienda pubblica in provincia di Lucca
che, nel comune di Capannori, ha adottato un sistema di raccolta domiciliare
dei rifiuti. Ascit, da oltre quattro mesi, sta superando quota 83% di raccolta
differenziata, con sensibile riduzione dei rifiuti ed un notevole risparmio
complessivo di spesa sulla gestione.
La
riduzione dei rifiuti è possibile: ecco le prove!
Decine, centinaia di città, di comuni, di paesi o d’intere regioni
in Italia ed in Europa hanno capito quanto sia strategico ridurre i rifiuti.
Per raggiungere questo obiettivo si sono messe al lavoro assieme ai loro cittadini.
Una
panoramica delle principali esperienze europee.
Il comune di Vienna ha avviato una campagna di promozione della riparazione,
del riuso, dell’affitto o dell’acquisto del materiale usato ; la
stessa città, per contrastare l’acquisto dell’usa e getta,
sta inoltre promovendo l’affitto, per le feste o le sagre di paese, di
un furgoncino nel quale si possono trovare una lavatrice industriale e piatti
a volontà.
Il comune di Monaco ha indetto la giornata per la riparazione con tanto di pubblicità
e poster appesi nel centro storico; l’amministrazione comunale di Bruxelles
ha promosso la creazione di un Osservatorio sui consumi, che fornisce informazioni
sui rifiuti originati da ogni singolo prodotto.
Rotterdam ha inviato ai suoi cittadini una EcoCard con la quale si possono accumulare
punti usando il trasporto collettivo e portando i propri rifiuti all’isola
ecologica dove poterli differenziare: con l’aumentare del proprio punteggio
si ricevono biglietti gratuiti per cinema o spettacoli teatrali.
Norimberga promuove verso i suoi cittadini modi di fare regali che non comportano
la produzione dei rifiuti, ogni cittadino ha infatti ricevuto a casa una lista
di 99 regali ecologici.
L’amministrazione comunale di Charleroi ha convinto le catene commerciali
della città ad esporre un cartellino riconoscitivo per quei prodotti
che comportano, in assoluto, la produzione di meno rifiuti.
Quanto mai interessante l’esperienza avviata a Kalundborg, in Svezia,
dove si è creata una simbiosi industriale: gli scarti prodotti da diverse
industrie, vengono reintrodotti nel ciclo produttivo di altre. Con un investimento
iniziale di 80 milioni di euro, ne sono già stati risparmiati oltre 180
in neppure due anni.
A Milton , in Inghilterra, sono stati promossi i pannolini per neonati riutilizzabili;
attraverso l’uso di questi prodotti, ogni famiglia con bebè, risparmia
in media, oltre 360 euro annui e riduce del 10% i propri rifiuti.
La città di Porto ha sperimentato, con ottimi risultati, una campagna
informativa per l’autocompostaggio domestico dei rifiuti organici; nelle
Fiandre si è arrivati a promuovere l’acquisto di galline, per trasformare
gli scarti da cucina in risorsa per i propri animali.
A Manlleu, in Spagna, il Comune ha promosso l’esposizione, da parte dei
commercianti locali che hanno aderito alla campagna, di un adesivo identificativo
che prevedesse, nel negozio, l’uso dei sacchetti di stoffa anziché
quelli di plastica.
I Paesi Bassi, attraverso gli strumenti forniti da ISO14001 o EMAS,
impongono, alle aziende, una gestione degli imballaggi più attenta nei
confronti dell’ambiente. La Corsica, in pochissimi anni, attraverso una
campagna di sensibilizzazione, ha ridotto dell’80% l’uso dei sacchetti
di plastica.
Anche in Italia sta aumentando la sensibilità delle pubbliche amministrazioni.
Sempre più grande è la rete di enti pubblici che hanno adottato
il GPP , ovvero una procedura che impone, l’acquisto di prodotti a basso
impatto ambientale (che comportano pochi rifiuti, risparmio energetico, uso
di prodotti riciclati).
Molte amministrazioni locali hanno incentivato, diminuendo fino al 30% la tassa
o tariffa rifiuti, a chi effettua l’autocompostaggio.
Vari comuni (ad esempio nelle Province di Venezia o Bergamo) hanno avviato campagne
di sensibilizzazione per l’utilizzo del contenitore in vetro “vuoto
a rendere” per l’acquisto del latte fresco, così come dell’acqua
minerale, oppure di quello in plastica, riutilizzabile, per i detersivi.
Il Comune di Capannori (Lucca), sta avviando una campagna di promozione dell’acqua
di sorgente, per sottolineare l’assurdità dell’acquisto di
acque minerali in località ricche di buonissime acque sorgive.
La Provincia di Ascoli Piceno, assieme all’Associazione Italiana per l’Agricoltura
biologica e la rete dei GAS , hanno dato vita all’iniziativa “Filiera
corta” che avvicina produttore e consumatore, accorcia il numero degli
intermediari e diminuisce gli imballaggi prodotti.
Il Comune di Follonica ha inaugurato, nei mesi scorsi, uno spazio denominato
“Ecoscambio” dove, ogni cittadino, può portare mobilia od
oggettistica ancora in buono stato e chi ne ha bisogno può prenderla
gratuitamente, trasformando in nuovo prodotto un materiale che altrimenti sarebbe
finito in discarica.
“Cambieresti?” è l’iniziativa promossa dal Comune di
Venezia, con la collaborazione di associazioni locali, che ha coinvolto oltre
1.000 famiglie per trovare ed adottare, in gruppi di lavoro, nuove scelte per
ridurre l’impatto ambientale degli stili di vita quotidiana su aspetti
quali la mobilità, l’energia, i rifiuti, l’abitare ed altro
ancora…
Il Comune di Asti, ha avviato una campagna di informazione e coinvolgimento
di esercizi commerciali per la promozione dei prodotti eco-compatibili e l’invito
a non acquistare prodotti che comportino la produzione di grandi quantità
di rifiuti.
La Provincia di Bolzano, in collaborazione con l’azienda dei rifiuti locale,
ha attivato un servizio di noleggio teso a mettere a disposizione di associazioni
e/o privati un carrello comprensivo di piatti e lavastoviglie industriale itinerante,
da usarsi durante le feste e poter evitare, così, l’utilizzo dell’usa
e getta.
Ridurre
gli impatti ambientali è l’unica strada possibile.
Sono queste alcune delle principali iniziative in campo nazionale ed europeo
sulla riduzione dei rifiuti. Passa da questi temi l’unica politica capace
di costruire un futuro possibile e sostenibile per le future generazioni e per
la Terra che abitiamo.
E’
fondamentale che gli amministratori locali comprendano questa urgenza e si impegnino
per fornire, alla propria cittadinanza, modelli alternavi, più etici
e sostenibili.
Sta ai cittadini collaborare per rendere queste iniziative veramente efficaci,
e fare pressione sugli enti locali, affinché aumentino sempre più
l’impegno concreto per il bene comune.
Alessio
Ciacci
Per contatti ciacci@lillinet.org
1)
http://service.magwien.gv.at/wab/info/rep/index.htm
2) http://www.kauf-schlau.at/
3) http://www.compraverde.it/
4) Gruppi di acquisto solidale: http://www.retegas.org
5) http://www.filieracorta.org
6) http://www.cambieresti.net