Bolivia: gli indios affossano la TAV amazzonica
settembre 30, 2011 a 9:00 am
Il presidente boliviano Evo Morales ha annunciato la sospensione del progetto
autostradale contro il quale, da circa un mese, protestavano i nativi Guaranì.
Il progetto prevedeva un collegamento autostradale che da Manaus, in Brasile,
doveva arrivare fino a Manta, porto ecuadoriano sul Pacifico. Un pezzo del
tratto boliviano, quello che va dalla città di Cochabamba, alle pendici
dell’altopiano andino, fino alla città di San Ignacio de Moxos,
in Amazzonia, doveva attraversare l’area del Territorio indigeno e parco
naturale Isiboro Sécure (Tipnis), una zona nella quale vivono 16 comunità
indigene, per un totale di circa 50 mila persone.
Dalle comunità
residenti era partita la protesta contro il governo, accusato di perseguire
una politica favorevole alle industrie minerarie e alle grandi opere che contrasta
con i principi di difesa della Pachamama (la Madre terra) sanciti anche nella
nuova costituzione boliviana, approvata con un referendum promosso dal governo
a febbraio del 2009. L’intero progetto, avrebbe avuto un impatto devastante
nel territorio amazzone boliviano che avrebbe accusato un enorme disboscamento
con la conseguente espropriazione dei terreni alle comunità indigene
native.