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LETTERATURA
PER L'INFANZIA
E
DALL'INFANZIA
LETTERA A UNA PROFESSORESSA
PARTE SECONDA
A
seconda, mancano i ragazzi più vecchi, l'età media si è abbassata. Il distacco
dei pierini dagli altri va diminuendo.
Si
può dire che le bocciature alle elementari invecchiano la classe perché
molti bocciati ripetono. Alle medie la ringiovaniscono perché i più vecchi
trovano lavoro. Anche socialmente la classe è trasformata. Abbiamo uno studio
fatto dai nostri amici in un comune qui vicino. Hanno provato a suddividere
per categorie sociali i bocciati di prima e di seconda media. I risultati
si leggono nel grafico a fronte (46).
Quando
i professori videro questa tabella dissero che era un'ingiuria alla loro
onorabilità di giudici imparziali. La più accanita protestava che non aveva
mai cercato e mai avuto notizie sulle famiglie dei ragazzi. "Se un
compito è da quattro io gli do quattro". E non capiva poveretta che
era proprio di questo che era accusata. Perché non c'è nulla di più ingiusto
che far parti uguali fra disuguali.
(qui
ci sta bene "Ciccillo")
Che
sia l'età o la classe sociale il fatto è che a seconda media la professoressa
comincia a respirare. Le è più facile finire il programma. Non vede l'ora
di arrivare a giugno. Si libererà d'altri 4 lavativi e avrà finalmente una
classe degna di lei.
"Quando
li presi in prima erano dei veri analfabeti. Ora invece mi fanno dei compiti
tutti corretti".
Di
chi parla? Dove sono i ragazzi che prese in prima media? Sono rimasti solo
quelli che scrivevano corretto anche allora e forse anche in terza elementare.
Quelli che l'hanno imparato dalla famiglia.
Gli
analfabeti che aveva a prima media sono ancora analfabeti. Se li è solo
levati davanti agli occhi. E lo sa bene. Tanto è vero che a terza boccia
poco. Sette a prima, quattro a seconda, uno a terza (47). Il contrario esatto
di quello che doveva fare.
Nella
scuola dell'obbligo, l'obbligo l'avrebbe assolto portando tutti a terza.
E' all'esame di licenza che può sfogare i suoi istinti da selezionatrice.
Non
avremmo più nulla da ridire. Anzi se il ragazzo non sa ancora scrivere farà
bene a bocciarlo.
47 Per il motivo spiegato in nota a pag. 49 immaginiamo le medie con classi piccolissime. Si ha così l'impressione che le professoresse boccino meno delle maestre. Vista percentualmente la cosa è ben diversa.
Bocciati
in prima elementare 15,4%, in seconda 18%, in terza 12%, in quarta 14,9%,
in quinta 17,9%. in prima media 33,3%, seconda 23,2%, terza
5,1% (vedi tavola
A).
48 Per l'interpretazione di questo disegno vedi la tavola D e le
sue note.
49
Abbiamo scelto la base 30 perché ci pareva fatica disegnare 100 ragazzi
per categoria. Il disegno suppone che tutti i figli di imprenditori e liberi
professionisti finiscano le medie superiori.
I dati sono tratta dall'Annuario statistico Italiano 1965 tav. 13 e 103.
Il
disegno a pagina 57 dà un quadro riassuntivo degli otto anni dell'obbligo
(48).
La
classe ha perso 40 ragazzi. Sedici di loro sono andati a lavorare prima
di aver compiuto l'obbligo. Ventiquattro sono a ripetere. In complesso son
passati per la classe 56 ragazzi. In terza media ci sono solo 11 dei 32
ragazzi che la maestra ha avuto in consegna in prima elementare.
A
questo punto occorrerebbe una rilevazione del mestiere del babbo dei licenziati
dalle medie. Ma l'ISTAT non l'ha fatta. Come poteva pensare che la Scuola
dell'Obbligo facesse distinzione di classe?
In
compenso ha studiato la professione dei papà dei diplomati alle scuole superiori:
I risultati si leggono nel disegno di pag. 57 (49). Sono ragazzi che hanno
avuto 12 o 13 anni della vostra scuola: Otto di quegli anni sono scuola
dell'obbligo.
Qualcuno potrebbe anche essersi fermato per mancanza di soldi, senza colpa vostra. Ma ci sono operai che campano il ragazzo a scuola 10 o 11 anni per la terza media (50). Hanno speso quanto il babbo di Pierino, ma Pierino a quell'età è già licenziato dalla media superiore.
Nati
diversi
Cretini
e svogliati
Voi dite di aver bocciato i cretini e gli svogliati. Allora sostenete che Dio fa nascere i cretini e gli svogliati nelle case dei poveri. Ma Dio non fa questi dispetti ai poveri.E' più facile che i dispettosi siate voi.
Difesa della razza
Alla
Costituente chi sostenne la teoria delle differenze di nascita fu un fascista:
"L'on. Mastroianni riferendosi alla parola obbligatorio osserva che
ci sono alunni che dimostrano una insufficienza di carattere organico a
frequentare le scuole" (51).
Anche
un preside di scuola media ha scritto: "La Costituzione purtroppo non
può garantire a tutti i ragazzi eguale sviluppo mentale, eguale attitudine
allo studio" (52). Ma del suo figliolo non lo direbbe mai. Non gli
farà finire le medie? Lo manderà a zappare? Mi han detto che queste cose
succedono nella Cina di Mao, ma sarà vero?
Anche
i signori hanno i loro ragazzi difficili. Ma li mandano avanti.
Solo
i figlioli degli altri qualche volta paiono cretini. I nostri no. Standogli
accanto ci si accorge che non sono. E neppure svogliati. O per lo meno sentiamo
che sarà un momento che gli passerà, che ci deve essere un rimedio. Allora
è più onesto dire che tutti i ragazzi nascono eguali e se in seguito non
lo sono più è colpa nostra e dobbiamo rimediare.
E'
esattamente quello che dice la Costituzione quando parla di Gianni: "Tutti
i cittadini sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di razza,
lingua, condizioni personali e sociali.
E'
compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale,
che, limitando di fatto la libertà e l'uguaglianza dei cittadini, impediscono
il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti
i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese
(Art.3).
Toccava a voi
Una
sua collega delle medie (una mite sposina che a prima ne ha respinti 10
su 28, comunista lei e il marito, gente impegnata) ci fece un' obiezione:
"Io non li ho cacciati, li ho solo bocciati. Se non ci pensano i loro
genitori a rimandarli peggio per loro".
Ma
il babbo di Gianni a 12 anni andò a lavorare da un fabbro e non finì neanche
la quarta. a 19 anni andò partigiano. Non capì bene quello che faceva, Ma
certo lo capì meglio di voi. Sperava in un mondo più giusto che gli facesse
uguale almeno Gianni. Gianni che allora non era neanche nato.
Per
cui l'articolo 31 suona così: "E' compito della signora Spadolini rimuovere
gli ostacoli..."
Fra
l'altro vi paga anche bene. Lui che prende trecento lire l'ora a voi ve
ne dà 4300.
E'
disposto a darvene anche di più purché facciate un orario un po' più decente.
Lui lavora 2150 ore l'anno, voi 522 (gli esami non ve li conto non sono
scuola) (33).
Ma
non può rimuovere gli ostacoli lui che li ha addosso: Non sa nemmeno che
disciplina occorre a un ragazzo che fa le medie, quanto deve stare a tavolino,
se è bene che si svaghi. se è vero che a studiare vien mal di testa e "trillan
gli occhi" come dice Gianni.
Se
sapeva fare da sé non vi mandava Gianni a scuola. Tocca a voi supplirlo
in tutto: istruzione e educazione. Sono due facce di un problema solo. Gianni
domani, se ce lo portate, sarà un babbo più capace e collaborerà in altro
modo. Il suo babbo per ora è quello che è. Quel poco che i signori gli hanno
concesso di essere.
52
Lettera firmata dal preside e 18 professori in
risposta allo studio di cui si parla a pag. 54.
53 Lo stipendio netto di un'insegnante delle medie inferiori
va da un minimo di 1.223.000 lire l'anno(1.a classe di stipendio, nessuno
scatto) a un massimo di 3.311.000 (4.a
classe di stipendio 17° scatto). L'orario di cattedra va da un minimo di
468 ore l'anno (lingua straniera e matematica) a un
massimo di 540. Minimo stipendio con massimo d'ore eguale 2264 lire l'ora.
Minimo d'ore con massimo di stipendio 7074 lire l'ora. Nel
testo riportiamo i valori medi. I nostri dati
sono aggiornati al 1966.
Le ripetizioni
Invece
di rimuovere gli ostacoli, lavorano a aumentare le differenze. La mattina
sono pagati da noi per
fare scuola eguale a tutti, a sera prendono denaro dai più ricchi per fare
scuola diversa ai signorini. A giugno, a spese nostre, siedono in tribunale
e giudicano le differenze.
L'impiegatuccio
Non
è che il babbo di Gianni non sappia che esistono le ripetizioni. E’ che
avete creato un’atmosfera per cui nessuno dice nulla. Sembrate galantuomini.
Se
un impiegatuccio comunale, a casa sua, a caro prezzo, facesse certificati
presto e bene e allo sportello li facesse lentamente e inservibili andrebbe
dentro. Pensi poi se sussurrasse al pubblico: « Qui i certificati li avrà
tardi e inservibili. Le consiglio d’andare da qualcuno che lì fa in casa
a pagamento ». Andrebbe dentro.
Le cipolle
Siete
tutti d'accordo. Ci volete schiacciare. Fatelo pure, ma almeno non fingete
d'essere onesti. Bella forza essere onesti su un codice scritto da voi e
su misura vostra. Un mio vecchio amico ha rubato 40 cipolle in un orto.
Ha avuto 13 mesi di galera senza condizionale.
Il
giudice le cipolle non le ruba. Troppa fatica. Dice alla cameriera che gliele
compri. I soldi per le cipolle e per la cameriera li guadagna sua moglie
con le ripetizioni.
Sono meglio i preti
Certe
scuole di preti sono più leali. Strumento della lotta di classe e non lo
nascondono a nessuno. Dai barnabiti a Firenze la retta d'un semiconvettore
è di 40.000 lire al mese. Dagli scolopi 36.000. Mattina e sera al servizio
d'un padrone solo. Non a servire due padroni come voi. L'altro ostacolo
che non rimuovete sono le mode. Un giorno a proposito della televisione,
Gianni ci disse: "Ce le danno queste cose. Se ci dessero la scuola
s'andrebbe a scuola". Con questo soggetto impersonale voleva dire la
società, il mondo, qualcuno di indefinibile che guida le scelte dei poveri.
Noi si coprì di insulti: "Di scuole ne avevi due e le hai lasciate".
Ma detto fra noi, è proprio vero che ha scelto liberamente?"
In
paese pesano su di lui tutte le mode fuorché quelle buone. Chi non le accetta
si isola. Ci vorrebbe un coraggio che non può avere lui così giovane, incolto,
non aiutato da nessuno. Né dal babbo che ci casca anche lui. Né dal parroco
che vende giochi al bar delle ACLI. Né dai comunisti che vendono giochi
alla Casa del Popolo. Fanno a gara a chi lo trascina più in basso. Come
se non bastassero le voglie che abbiamo dentro.
Le mode
Le
mode gli hanno detto che i 12-21 anni sono l’età dei giochi sportivi e sessuali,
dell’odio per Io studio.
Gli
hanno nascosto che non c’è tempo da perdere. A 15 anni addio scuola. A 21
s’avvicina l’età dei pensieri privati: fidanzamento, matrimonio, figlioli,
benessere. Allora non avrà più tempo per le riunioni, avrà paura a esporsi,
non potrà certo donarsi tutto.
La difesa dei poveri
L’unica
difesa dei poveri contro ‘e mode potreste essere voi. Lo Stato vi dà 800
miliardi l’anno a questo scopo (54)
Ma
siete ben miseri educatori voi che offrite 183 giorni di vacanza contro
180 di scuola. Quattro ore di scuola contro dodici senza scuola. Un imbecille
di preside che entra in classe e dice: “ Il provveditore ha concesso vacanza
anche il 3 novembre” 3 novembre
» sente un urlo di gioia e ne sorride compiaciuto.
Avete
presentato la scuola come un male e dovevano riuscite a amarla i ragazzi?
A
Borgo il preside ha concesso un’aula ai ragazzi di terza media per un ballo
con le compagne. I salesiani, per non essere da meno, organizzano il corso
mascherato. Un professore che conosco si fa vedere con la Gazzetta dello
Sport In tasca.
Sono
uomini pieni di comprensione per le « esigenze » dei giovani. Del resto
è comodo accettare il mondo così com’è. Un insegnante con la Gazzetta in
tasca s’intende bene con un babbo operaio con la Gazzetta in tasca, per
parlare d’un figliolo col pallone sotto braccio o d’una figliola che sta
un’ora dal parrucchiere.
Poi
l’insegnante fa un piccolo segno sul registro e i figlioli dell’operaio
vanno a lavorare quando ancora non sanno leggere. I figlioli dell’insegnante
seguitano a studiare a oltranza anche se
« non ne hanno voglia » o « non capiscono nulla ».
La
selezione serve a qualcuno
A
questo punto ognuno se la prende con la fatalità. E’ tanto riposante leggere
la storia in chiave di fatalità. Leggerla in chiave politica è più inquietante:
tante mode diventano parte d’un piano ben calcolato perché Gianni resti
tagliato fuori. L’insegnante
apolitico diventa uno dei 411.000 utili idioti che il padrone ha armato
di registro e pagella. Truppe di riserva incaricate di fermate 1.031000
Gianni l’anno, nei caso che il gioco delle mode non bastasse a distrarli.
Un
milione e 31.000 respinti l’anno. E’ un vocabolo tecnico di quella che voi
chiamate scuola. Ma è anche un vocabolo di scienza militare. Respingerli
prima che afferrino le leve. Non per nulla gli esami sono di origine prussiana
(55).
Povero
è chi consuma tutte le sue entrate. Ricco chi ne consuma solo una parte.
In Italia, per un caso inspiegabile, i consumi sono tassati fino all’ultima
lira. Le entrate solo per burla.
Mi
hanno raccontato che i trattati di scienza delle Finanze chiamano questo
sistema “ indolore ” . Indolore
vuoi dire che i ricchi riescono a far pagare le tasse soltanto ai poveri
senza che se ne avvedano.
All’università
certe cose si dicono. C’è solo signorini. Invece nelle scuole inferiori
è proibito parlarne. Non sta bene far politica a scuola. Il padrone non
vuole.
54 "Relazione
generale sulla situazione economica del paese 1965"VoI. Il pag. 495.
La cifra si riferisce alla sola scuola dell’obbligo.
55 Vedi
Enciclopedia Treccani sotto la voce Esami.
A
chi giova?
Vediamo
un po' a chi giova che la scuola sia poca. Settecentoquaranta ore l’anno
sono due ore al giorno. E il ragazzo tiene gli occhi aperti altre quattordici
ore. Nelle famiglie privilegiate sono quattordici ore di assistenza culturale
di ogni genere.
Per
i contadini sono quattordici ore di solitudine e silenzio a diventare sempre
più timidi. Per i figlioli degli operai sono quattordici ore alla scuola
dei persuasori occulti (56).
Specialmente
le vacanze estive hanno l’aria di coincidere con precisi interessi. I figlioli
dei ricchi vanno all’estero e imparano più che d’inverno. I poveri il primo
ottobre hanno dimenticato anche quel poco che sapevano a giugno. Se son
rimandati a settembre non possono pagarsi le ripetizioni. In genere rinunciano
a presentarsi (57). Se son contadini danno una mano per le faccende
grosse dell’estate senza aggravio di spesa per la fattoria.
Al
tempo di Giolitti queste cose si dicevano parlar chiaro in pubblico: « ...
si raccolse a Caltagirone un congresso di grossi proprietari che propose,
per tutta riforma, l’abolizione dell’istruzione elementare perché contadini e minatori non potessero, leggendo, assorbire idee
nuove” (58)
56
persuasori occulti = la pubblicità si chiama occulta
quando convince i poveri che cose non
57
Conosciamo molti casi del genere. Ci è però parso fatica farne una rilevazione
statistica in tegola.
58 Memorie della mia vita Milano 1922
voi. I pag. 90 Anche
Ferdinando Martini era sincero. lamentando l’apertura delle scuole secondarie
alle classi inferiori disse: "Per questo
crebbe nelle classi dirigenti l’obbligo di sforzi senza riposo per non perdere
addirittura ogni prevalenza politica e economica"(59).
I fascisti
Anche
al tempo del fascismo le leggi erano chiare: "Le scuole dei centri
urbani e dei maggiori centri rurali sono costituite normalmente nel corso
inferiore e superiore (5 anni di studio). Quelle dei minori centri rurali
hanno, di regola, solo il corso inferiore (3 anni di studio)"
All’Assemblea
Costituente i fascisti chiesero che l’obbligo fosse ridotto ai 13 anni (61)
Povero Pierino
Ma
restarono soli. Gli altri avevano inteso perché oggi occorre parlare più
velato.
Quando
alla Camera si discusse sulla Nuova Media, dir male dei poveri era ormai
proibito. Non restò che piangere sul povero Pierino e sul latino.
Il
più commosso fu un democristiano: “ Perché mai, dovrebbero essere umiliati
i più dotati di intelletto e di vo1ontà costringendoli in una scuola dove
è necessario che essi si tarpino le ali, per tenersi al volo di chi è per
natura necessitato a procedere lentamente? » (6)
Il padrone
Spesso
c’è venuto fatto di parlare del padrone che vi manovra. Di qualcuno che
ha tagliato la scuola su misura vostra. Esiste? Sarà un gruppetto di uomini
intorno a un tavolo con in mano le fila di tutto: banche, industrie, partiti,
stampa, mode?
Noi
non Io sappiamo. Sentiamo che a dirlo il nostro scritto prende un che di
romanzesco. A non lo dire bisogna far gli ingenui. t come sostenere che
tante rotelle si sono messe insieme per caso. Ne è venuto fuori un carro
armato che fa la guerra da sé senza manovratore.
59
Discorso alla Camera 13-12-1888. Ferdinando
Martini
: sottosegretario a poi ministro dell’istruzione dal 1884 al 1893.
60
Articolo 66 del testo unico 5-2-1928
61
Emendamento Tumminelli all’articolo 34 della Costituzione.
62 Onotevole Limoni. Discussione
alla Camera sulla legge istitutiva della Nuova Media. Seduta del 13-12-1962
Forse
la storia di Pierino ci può dare una chiave. Proviamo a voler bene anche
alla sua famiglia.
Piove sul bagnato
Di
strano in tutto questo c’è solo la legge che i due sposini hanno trovata
scodellata Proibisce di iscrivere a prima un bambino di cinque anni, ma
permette di iscriverne a seconda uno di sei.
A
me è successo in prima elementare succede poi anno per anno. Pierino passa
sempre e quasi senza studiare. Io lotto a denti stretti e boccio. A lui
gli c’entra anche lo sport, l’Azione Cattolica o la Giovane Italia o la
E. G. Comunista, la crisi puberale, l’anno delle malinconie, l’anno della
ribellione (63)
Ci
siamo imbattuti in un’altra legge strana. Ma ha precedenti gloriosi. Lo
Statuto di Carlo Alberto (64) diceva: « Le funzioni di senatore e deputato
non danno luogo a alcuna retribuzione o indennità »
63
Giovane
Italia = oggi è un’organizzazione di studenti (ascisti.
64
Carlo Alberto = re dì Piemonte Liguria e Sardegna fino al 1848.
65 Articolo 50. Altrettanto valeva per il Sindaco e la Giunta
Comunale. L’articolo 50 è stato ufficialmente in vigore fino aI 1948. In
Inghilterra i deputati sono pagati dal 1911.
Pierino
dunque diventerà professore. Troverà una moglie come lui. Tireranno su
Le
31 mamme dei compagni di Pierino o non hanno tempo come lei o non sanno.
Hanno lavori che rendono tanto poco che per viverci bisogna lavorare da
piccini a vecchi, dall’alba a notte. Lei invece fino a 24 anni è stata a
scuola. Fra l’altro ha avuto in casa una di quelle 31 mamme. La mamma di
un Gianni che per fare le faccende a lei trascura il suo bambino.
Tutto
il tempo che ora le avanza è un dono dei poveri o forse un furto dei signori.
Perché non lo spartisce?
Una
classe che non ha esitato a scatenare il fascismo, il razzismo la guerra,
la disoccupazione Se occorresse “ cambiare tutto perché non cambi nulla”
non esiterà ad abbracciare il comunismo.
66 La frase fra virgolette è nel romanzo
"Il Gattopardo". La dice un principe siciliano all’attivo dei
Garibaldini (1860). Poi fa il garibaldino anche lui e così non
perde né i soldi né il potere.
67
Annuario Statistico Italiano 1963 tav. 113-114. Negli anni successivi
manca la rilevazione.
La selezione ha raggiunto il suo scopo
Fra
gli studenti universitari i figli di papà sono 186,5%. I figli di lavoratori
dipendenti il 13,5%. Fra i laureati: figli di papà 91,99%, figli di lavoratori
dipendenti 8,1% (67)
Le
segreterie dei partiti a tutti i livelli sono saldamente in mano ai laureati.
I
partiti di massa non si differenziano dagli altri su questo punto. I partiti
dei lavoratori non arricciano
il naso davanti ai figli di papà. E i figli di papà non arricciano il naso
davanti ai partiti dei lavoratori. Purché si tratti di posti direttivi.
Anzi è fine essere « coi poveri ». Cioè non propri o « coi poveri » volevo
dire « a capo dei poveri » (68).
I
candidati
Le segreterie dei partiti preparano e liste dei candidati per le elezioni. Le ornano in fondo di qualche lavoratore tanto per salvar la faccia. Poi provvedono che le preferenze vadano ai laureati: "lasciate fare a chi sa. Un operaio alla Camera si troverebbe sperso. E poi il dottore è dei nostri".
La Camera
In
conclusione vanno a far leggi nuove quelli cui
vanno bene le leggi vecchie. Gli unici che non son mai vissuti dentro alte
cose da cambiare. Gli unici che non son competenti di politica.
68 Il
colmo della raffinatezza e appartenere a un partitello senza massa (socialproletario
o cinese). Una manifestazione cinese a Firenze nel settembre 1966
era messa
su da studenti figli di grossi professori universitari.
69
"Elenco alfabetico dei Deputati".
Roma 1965. "Elenco dei Senatori"Roma 1966.
Stokely
Carmichael è stato in prigione ventisette volte (70). Durante l’ultimo processo
dichiarò: "Non c’è un solo bianco di cui mi fidi".
Quando
un giovane bianco che aveva speso la vita intera per la causa dei negri
gli gridò: "Veramente nemmeno uno, Stokely?"Carmichael si voltò
verso il pubblico, guardò l’amico e disse: "No, nemmeno uno".
Se
il giovane bianco s’è impermalito dà ragione a Carmichael. Se è davvero
coi negri deve inghiottire, ritirarsi in disparte e seguitare a amare. Carmichael
forse aspettava quel momento.
I
giornali della sinistra e del centro hanno sempre fatto onore agli scritti
della nostra scuola. Questa volta forse faranno coro all’astio delle destre.
Allora sarà dimostrato che c’è un partito più grosso dei partiti: il Partito
Italiano Laureati.
70
Stokely Carmichael (si pronuncia
Stocli Carmàichel) = capo del movimento “ Black Power” (si pronuncia
blec pòua e vuol dire potere nero) Negli Stati Uniti.
Quelli
di Black Power chiedono il potere perché sono stanchi di chiedere l’eguaglianza
e non ottenerla.
Per
chi Io fate ?
La
buona fede degli insegnanti è un problema a parte.
Siete
pagati dallo Stato. Avete le creature davanti. Avete studiato storia. La
insegnate. Dovreste veder chiaro.
Il nazista
Cerco
di capirvi. Avete un aspetto così rispettabile. Non avete nulla del criminale.
Forse qualcosa del criminale nazista. Cittadino onestissimo e obbediente
che registra le casse di sapone.
Si farebbe scrupolo a sbagliare una cifra (quattro, quattro meno), ma non
domanda se è sapone fatto con carne d’uomo.
Se la carriera vi preme tanto c’è una soluzione: truccate un po’ gli scritti,
correggete qualche errore mentre passate tra i banchi.
Oppure non temete nulla di esterno e di volgare. Temete solo la vostra coscienza.
Ma una coscienza costruita male.
"Considererei questa promozione lesiva dell’onore e della dignità della
scuola" mise a verbale un preside. E la scuola chi è? La scuola siamo
noi. Come fa a servirla se non serve noi?
"Anzi è proprio per il bene del ragazzo stesso. Non dimentichiamo che
si tratta di alunni alle soglie della Scuola Superiore" disse pomposamente
il preside d’una scuoletta di campagna. Su 30 ragazzi era già chiaro che
alle superiori ne sarebbero andati tre: la Maria del merciaio l’Anna della
maestra e Pierino naturalmente. Ma anche se fossero stati di più, cosa cambiava?
Il preside s’era dimenticato di cambiare disco. Non s’era accorto della
nuova popolazione scolastica. Una realtà già viva di 680.000 ragazzi in
prima. Tutti poveri. I ricchi in minoranza.
Non una scuola declassata come dice lui. Declassata è la sua. Al servizio
di chi ha i soldi per andare avanti.
"Passare
chi non lo merita è un’ingiustizia verso i più bravi"ci disse un’altra
animuccia delicata. Chiami
Pierino in disparte e gli dica come disse il Padrone ai vignaioli (71) :
" Te
ti passo perché sai. Hai due fortune: quella di passare e quella
di sapere. Gianni lo passo per fargli coraggio, ma ha la disgrazia di non
sapere".
71
Vangelo di S. Matteo capitolo 20.
Per la Società
Un’altra
è convinta d’essere responsabile verso la Società: "Oggi lo passo in
terza media e domani mi vien fuori un medico! ".
Eguaglianza
Carriera,
cultura, famiglia, onore della scuola, bilancino per pesare i compiti. Son
piccinerie. Troppo poco per riempire la vita d’un maestro.
Qualcuno
di voi se n’è accorto e non ne sa sortire. Tutto per paura di quella benedetta
parola. Eppure non c’è scelta. Quel che non è politica non riempie la vita
d’un uomo d’oggi. In Africa, in Asia, nell’America latina, nel mezzogiorno,
in montagna, nei campi, perfino nelle grandi città, milioni di ragazzi aspettano
d’essere fatti eguali. Timidi come me, cretini come Sandro, svogliati come
Gianni. Il meglio dell’umanità.
Le riforme che proponiamo
Perché il sogno dell’eguaglianza non resti un sogno vi proponiamo tre riforme:
I
- Non bocciare.
Il
- A quelli che sembrano cretini dargli la scuola a pieno tempo.
III
- Agli svogliati basta dargli uno scopo.
Al
tornitore non si permette di consegnare solo i pozzi che sono riusciti.
Altrimenti non farebbe nulla per farli riuscire tutti. Voi invece sapete
di poter scartare i pezzi a vostro piacimento. Perciò vi contentate di controllare
quello che riesce da sé per cause estranee alla scuola.
Oggi questo sistema è illegale.
La
Costituzione, nell’articolo 34 promette a tutti otto anni di scuola. Otto
anni vuoi dire otto classi diverse. Non quattro classi ripetute
due volte ognuna. Sennò sarebbe un brutto gioco di parole indegno
di una Assemblea Costituente (72) . Dunque oggi arrivare a terza media non
è un lusso. E’ un minimo di cultura comune cui ha diritto ognuno. Chi non
l’ha tutta non è Eguale.
Non
vi potete più trincerare dietro la teoria razzista delle attitudini. Tutti
i ragazzi sono adatti a far la terza media e tutti sono adatti a tutte le
materie.
72
Difatti nessuno pose la questione né in sede di Commissione
né durante la discussione in aula (vedi Resoconto stcnografico della seduta
29/4/1947).
E’
comodo dire a un ragazzo: “Per questa materia non ci sei tagliato”. Il ragazzo
A cottimo
Io
vi pagherei a cottimo. Un tanto per ragazzo che impara tutte le materie.
O meglio multa per ogni ragazzo che non ne impara una.
Allora
l’occhio vi correrebbe sempre su Gianni. Cerchereste nel suo sguardo distratto
l’intelligenza che Dio ci ha messa certo uguale agli altri. Lottereste per
il bambino che ha più bisogno, trascurando il più fortunato, come si fa
in tutte le famiglie. Vi svegliereste la notte col pensiero fisso su lui
a cercare un modo nuovo di far scuola, tagliato su misura sua. Andreste
a cercarlo a casa se non torna. Non vi dareste pace, perché la scuola che
perde Gianni non è degna d’esser chiamata scuola.
Medioevali siete voi
Noi
per i casi estremi si adopra anche la frusta.
Non
faccia la schizzinosa e lasci stare le teorie dei pedagogisti. Se vuol la
frusta gliela porto io, ma butti giù la penna dal registro. La sua penna
lascia il segno per un anno. La frusta il giorno dopo non si conosce più.
Gianni
per quella sua penna « moderna » e per benino non
leggerà mai un libro in vita sua. Non saprà mai scrivere una lettera
decente. Un castigo sproporzionato e crudele.
L’unico
che avrebbe motivo di lamentarsi d’una scuola senza bocciati è l’insegnante
di matematica. La lezione di seconda o terza è inutile per chi non sa le
cose di prima.
Ma
la matematica è una materia sola. Non vorrà per tre ore la settimana che
il ragazzo non può seguire utilmente, fargliene perdere 23 che sono a sua
misura.
Del
resto sulla matematica si può fare un discorso come quello che è stato fatto
alle Camere per il latino. Quali sono i calcoli che ognuno deve saper fare
per le necessiti immediate di casa o di un lavoro qualsiasi o della lettura
d’un giornale? In altre parole: quale parte della matematica ricorda un
uomo colto non specializzato? Tutta quella che è nel programma degli otto
anni escluse le espressioni numeriche e l’algebra (73).
Resta
il problema d’arricchirsi la lingua del vocabolo algebra. Ma per questo
basta una lezione sola d’algebra in tutto l’anno.
73
Espressioni numeriche = operazioni complicate
Il
Pieno tempo
Ripetere
Sapete
bene che per fare tutto il programma a tutti non bastano io due ore al giorno
della scuola attuale.
Finora
avete risolto il problema da classisti. Ai poveri fate ripetere l’anno.
Alla piccola borghesia fate ripetizioni. Per la classe più alta non importa,
tutto è ripetizione. Pierino quello che insegnate l’ha già sentito in casa.
Il
doposcuola è una soluzione più giusta. Il ragazzo ripete, ma non perde l’anno,
non spende e voi gli siete accanto uniti nella colpa e nella pena (74).
Buttiamo giù la maschera. Finché la vostra scuola resta classista e caccia
i poveri, l’unica forma di anticlassismo serio è un doposcuola che caccia
i ricchi.
Chi
non si scandalizza delle bocciature né delle ripetizioni e qui avesse qualcosa
da ridire non è onesto.
La
parola pieno tempo vi fa paura. Vi par già difficile reggere i ragazzi quelle
poche ore. Ma è che non avete mai provato. Finora avete fatto scuola con
l’ossessione della campanella, con l’incubo del programma da finire prima
di giugno. Non avete potuto allargare la visuale, rispondere alle curiosità
dei ragazzi, portare i discorsi fino in fondo.
Così
è finito che avete fatto tutto male e siete rimasti scontenti voi e i ragazzi.
E’ la scontentezza che vi ha stancato non le ore.
Offrite
il vostro doposcuola anche alle elementari e anche la domenica e nelle vacanze
di Natale, Pasqua e estive. Chi può dire che i ragazzi e le famiglie non
vogliono una cosa che non gli è stata ancora offerta?
Non
dica però di aver offerto il doposcuola quel preside che ha mandato ai genitori
una circolare mezza stinta. Il doposcuola va lanciato come si lancia un
buon prodotto. Prima di farlo bisogna crederci.
Pieno tempo e famiglia
La scuola a pieno tempo presume una famiglia che non intralcia. Per esempio quella di due insegnanti, marito e moglie, che avessero dentro la scuola una casa aperta a tutti e senza orario. Gandhi l’ha fatto
(75).
E ha mescolato i suoi figlioli agli altri al prezzo di vederli crescere
tanto diversi da lui. Ve la sentite?
(76).
Mao
ha additato all’ammirazione dei compagni un operaio che s’è castrato (i
“cinesi”italiani si vergognano a raccontarlo).
A
voi vi ci vorranno altri mille anni per adottare il celibato. Ma c’è una
cosa che potete far subito: cominciate intanto a dirne bene e valorizzate
i celibi che avete.
Su 411.000 insegnanti
delle scuole dell’obbligo 88.000 non son sposati. Di questi 88.000, 53.000
non si sposeranno neanche in futuro”.
Perché non dire agli
altri e a se stessi che non è una disgrazia, ma una fortuna per essere disponibili
alla scuola a pieno tempo? Si
usa dire, non so con
che fondamento, che oggi i celibi son gli insegnanti meno umani. Domani
quando fosse una scelta generosa potrebbero appassionarsi alla scuola,
amare i ragazzi e essere amati. E soprattutto aver la gioia d’una scuola
che riesce.
75
Gandhi — santo di religione indiana vissuto nel nostro secolo. Fu ucciso
nel 1948.
76 I genitori lo avevano fatto
sposare a 13 anni secondo un’usanza indiana di quell’epoca.
Pieno
tempo e diritti sindacali
Battaglie
memorabili
C’è
capitato in mano un giornaletto sindacale per insegnanti "No all’aggravio
dell’orario di cattedra! Ci sono state battaglie sindacali memorabili per
fissare l’obbligo orario e sarebbe assurdo tornare indietro".
Ci
ha messo in imbarazzo. A rigore non possiamo dir nulla. Tutti i lavoratori
lottano per ridurre l’orario e hanno ragione.
77 Abbiamo
ottenuto il dato tenendo per base lo stato civile dei morti e supponendo
che gli insegnanti non siano né più né meno celibi degli altri cittadini. Siccome
ignoriamo il futuro non esiste altro mezzo di approssimare in percentuale
il destino matrimoniale o non dei viventi. Partitamente: insegnanti
celibi M.33.000, F.55.000. Destinati al celibato M.14.000 F.39.000.
78 Il
Rinnovamento della scuola » 8 ottobre 1966.
Privilegio
strano
Ma
il vostro orario è indecente.
Un operaio lavora 2150 ore l’anno. I vostri colleghi impiegati statali 1630.
Voi da un massimo di 738 (maestri) a un minimo di 468 (professori di matematica
e lingua straniera).
La scusa che avete da rivedere i compiti a casa e da studiare non vale.
Anche i magistrati hanno da scrivere le sentenze. Voi poi i compiti potreste
non darli. E se li date potreste correggerli coi ragazzi nel tempo che li
fanno.
In quanto a studiare, tutti hanno da studiare. E gli operai ne hanno bisogno
più di voi. Eppure se vanno a una scuola serale non pretendono d’essere
pagati.
In conclusione diciamo che il vostro orario di lavoro è un privilegio strano.
Ve l’ha regalato il padrone fin da principio, per motivi suoi. Non è stata
una vostra conquista sindacale.
Nello
stesso giornaletto si legge che le vostre ore settimanali sono: "...
sufficienti a esaurire la capacità di dispendio psicofisico di una persona
normale". Un operaio a una pressa sta otto ore al giorno teso nel terrore
di lasciarci le braccia. Davanti a lui non lo direste.
Ci
sono poi migliaia di professori che non sono stanchi per far ripetizioni
a chi li paga. Finché non vi sarete ripuliti di loro, siete, dall’altra
parte. E’ difficile vedere in voi dei lavoratori con diritti sindacali.
Per
esempio lo sciopero. È un diritto sacro del lavoratore. Ma con l’orario
che fate il vostro sciopero fa schifo.
Una
soluzione potrebbe essere d’iscrivervi al sindacato magistrati e scioperare
solo nelle ore in cui lavorate da giudici: interrogazioni, scrutini, esami,
registri da riempire. Quando
invece toccate quelle poche ore di insegnamento la gente capisce che di
noi non ve ne importa nulla.
Chi
farà la scuola a pieno tempo?
Con
l'orario che fate la scuola è guerra ai poveri. Se lo Stato non può imporvi
aumenti d’orario non può fare scuola.
Attenzione ai vocaboli
Teniamo
i piedi in terra.
La
mattina e d’inverno la scuola la farà Stato. E seguiterà a farla « interclassista
(attenzione ai vocaboli: il classismo dei ricchi si chiama interclassismo).
Nel
pomeriggio e d’estate bisogna che la faccia qualcun altro e che la faccia
anticlassista (attenzione ai vocaboli: l’anticlassismo i ricchi lo chiamano
classismo).
Il comune
La
prima soluzione è di rivolgersi alle Amministrazioni Comunali. Si facciano
conoscere dalla politica scolastica se sono per noi. Asfalto, lampioni e
campo sportivo sanno metterli anche i monarchici.
Se
la Giunta Provinciale Amministrativa taglia la spesa perché « non rientra
nelle attribuzioni dei comuni » rispondano che è una legge fascista (1931),
resistano, si facciano sentire. E’ comodo dar la colpa al prefetto e non
far nulla.
I comunisti
Ma
può succedere che il Comune non ne voglia sapere. Perfino i comunisti sono
timidi in fatto di classismo. Se la sentiranno d’urtare gli impiegati e
i bottegai?
Un
pezzo grosso del partito ci disse che la scuola tocca allo Stato: « Quando
saremo al potere noi... ». Dalla liberazione sono passati vent’anni. I comunisti
al potere non ci sono andati. Campa contadino che l’erba cresce.
I preti
I
preti forse potrebbero fare il doposcuola. Ma molti non sanno amare con
la durezza del Signore. Credono che il sistema migliore per educare i ricchi
sia di sopportarli.
Le
uniche organizzazioni di classe sono i sindacati. Dunque il doposcuola tocca
a loro.
I
sindacalisti per ora non ne vogliono sapere. Dicono che in una democrazia
moderna ogni ente ha la sua funzione e non deve scantonare.
Anche
loro soffrono un po’ di timidezza.
Eppure
si lamentano della gioventù d’oggi indifferente a tutto. Dicono che diventa
sempre più difficile convincere allo sciopero, fare iscritti, attivisti,
operatori a pieno tempo. E intanto lasciano che i giovani vengano su alla
scuola del padrone.
Almeno provate
Quando
i sindacati avranno battuto la testa ci ripenseranno sopra. Ma intanto potrebbero
fare almeno un esperimento locale. CGIL e CISL associate fra loro oppure
in concorrenza.
La
scuola costa poco, un po’ di gesso, una lavagna, qualche libro regalato,
quattro ragazzi più grandi a insegnare, un conferenziere ogni tanto a dire
cose nuove gratis.
Pieno
tempo e contenuto
Don
Borghi
Mentre
scrivevamo questa lettera è venuto a trovarci don Borghi. Ci ha fatto questa
critica:
"A
voi pare tanto importante che i ragazzi vadano a scuola tutti e che ci stiano
tutto il giorno. Ne usciranno individualisti e apolitici come gli studenti
che c’è in giro. Il terreno che occorre per il fascismo.
Per
mutare insegnanti e contenuto ci vuole ben altro che la lettera. Questi
problemi vanno risolti sul piano politico".
E’
vero. Un parlamento che rispecchiasse
le esigenze di tutto il popolo e non soltanto della borghesia, con un par
di leggi penali vi metterebbe a posto. Voi e i programmi.
Ma
in Parlamento bisogna andarci noi. I bianchi non faranno mai le leggi che
occorrono per i negri.
Per
andare in parlamento bisogna impadronirsi della lingua. Per ora, in mancanza
di meglio, è bene che i ragazzi vengano a scuola anche da voi.
Poi
di certo non siete tutti come pensa il Borghi.
Forse
vi siete deformati proprio facendo scuola in una scuola così. Non avete
preferito i signorini per malizia, è solo che li avete avuti troppo sotto
gli occhi. Troppi di numero e troppo tempo.
Alla
fine vi siete affezionati a loro, alle loro famiglie, al loro mondo, al
giornale che si legge in casa loro.
La
pressione dei poveri
Ora
le cose stanno trasformandosi. La popolazione scolastica cresce anche malgrado
le vostre bocciature. Con una massa di poveri che preme, che ha
I ragazzi dei poveri vi rifaranno nuovi voi e i programmi.
Un fine
La scuola dei preti
Una
volta c’era la scuola confessionale (79). Quella un fine l’aveva e degno
d’essere cercato. Ma non serviva gli atei.
Ora
la scuola confessionale non esiste più. I preti hanno chiesto la parificazione
e danno voti e diplomi come voi. Anche loro propongono ai ragazzi il Dio
Quattrino.
79 Scuole confessionale = scuola che dichiara apertametente di voler portare i ragazzi a una data religione o idea politica.
A
scuola comunista
La scuola
comunista proporrebbe qualcosa di un po’ meglio. Ma non vorrei esser maestro
e dover misurare le parole. Vedere negli occhi dei
ragazzi il dubbio: dice quello che è vero o quello che
Cercasi fine onesto
Cercasi
un fine.
Io
lo conosco. Il priore me l’ha imposto fin da quando avevo 11 anni e ne ringrazio
Dio. Ho risparmiato tanto tempo. Ho saputo minuto per minuto perché studiavo.
Il fine ultimo
Il fine giusto è dedicarsi al prossimo. E in questo secolo come vuole amare se non con la politica o coi sindacato o con la scuola? Siamo sovrani. Non è più il tempo delle elemosine, ma delle scelte. Contro i classisti che siete voi, contro la fame, l’analfabetismo, il razzismo, le guerre coloniali.
Fine immediato
Ma
questo è solo il fine ultimo da ricordare ogni tanto. Quello immediato da
ricordare minuto per minuto è d’intendere gli altri e farsi intendere.
E
non basta certo l’italiano, che nel mondo non conta nulla. Gli uomini hanno
bisogno d’amarsi anche al di là delle frontiere. Dunque bisogna studiare
molte lingue e tutte vive.
Classico e scientifico
Quando
la nuova media fu discussa in parlamento noi, i muti, si stette zitti perché
non c’eravamo. L’Italia contadina assente là dove si parlava della scuola
per lei.
Discussioni
interminabili tra parti che sembravano opposte e erano eguali (80).
80
Non lo diciamo a caso. Due di noi si son lette con pazienza 156 pagine d’atti
parlamentari.
81
Il deputato comunista De Grada nella seduta 14-12-1962 ha dichiarato
che "a leggere e scrivere si impara nelle elementari".
Sovrani
Perché
è solo la lingua che fa eguali. Eguale è chi sa esprimersi e intende l’espressione
altrui. Che sia ricco o povero importa meno. Basta che parli.
Gli
onorevoli costituenti credevano che si patisse tutti la voglia di cucir
budella o di scrivere ingegnere sulla carta intestata: « i capaci e meritevoli
anche privi di mezzi hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli
studi » (82).
Tentiamo
invece di educare i ragazzi
a più ambizione. Diventare sovrani! Altro che medico o ingegnere.
Gli arrivisti
Quando possederemo tutti in parola, gli arrivisti seguitino pure i loro studi. Vadano all’università, arraffino diplomi, facciano quattrini, assicurino gli specialisti che occorrono. Basta che non chiedano una fetta più grande di potere come hanno fatto finora.
Sparisci
Povero
Pierino, mi fai quasi compassione. Il privilegio l’hai pagato caro. Deformato
dalla specializzazione, dai libri, dal contatto con gente tutta eguale.
Perché non vieni via?
Lascia
l’università, le cariche, i partiti. Mettiti subito a insegnare. La lingua
solo e null’altro.
Fai
strada ai poveri senza farti strada. Smetti di leggere, sparisci. E’ l’ultima
missione della tua classe.
82
Articolo 34 della Costituzione.
Salvarsi l'anima
Non
tentare di salvare gli amici vecchi. Se gli riparli anche una volta sola
sei sempre come prima.
Neanche
per la scienza non ti dar pensiero. Basteranno gli avari a coltivarla. Faranno
anche le scoperte che servono per noi. Irrigheranno il deserto, caveranno
bracioline dal mare vinceranno malattie.