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LETTERATURA PER L'INFANZIA
E DALL'INFANZIA

               

LETTERA A UNA PROFESSORESSA

PARTE SECONDA

A seconda, mancano i ragazzi più vecchi, l'età media si è abbassata. Il distacco dei pierini dagli altri va diminuendo.
Si può dire che le bocciature alle elementari invecchiano la classe perché molti bocciati ripetono. Alle medie la ringiovaniscono perché i più vecchi trovano lavoro. Anche socialmente la classe è trasformata. Abbiamo uno studio fatto dai nostri amici in un comune qui vicino. Hanno provato a suddividere per categorie sociali i bocciati di prima e di seconda media. I risultati si leggono nel grafico a fronte (46).
Quando i professori videro questa tabella dissero che era un'ingiuria alla loro onorabilità di giudici imparziali. La più accanita protestava che non aveva mai cercato e mai avuto notizie sulle famiglie dei ragazzi. "Se un compito è da quattro io gli do quattro". E non capiva poveretta che era proprio di questo che era accusata. Perché non c'è nulla di più ingiusto che far parti uguali fra disuguali.
(qui ci sta bene "Ciccillo")
Che sia l'età o la classe sociale il fatto è che a seconda media la professoressa comincia a respirare. Le è più facile finire il programma. Non vede l'ora di arrivare a giugno. Si libererà d'altri 4 lavativi e avrà finalmente una classe degna di lei.
"Quando li presi in prima erano dei veri analfabeti. Ora invece mi fanno dei compiti tutti corretti".
Di chi parla? Dove sono i ragazzi che prese in prima media? Sono rimasti solo quelli che scrivevano corretto anche allora e forse anche in terza elementare. Quelli che l'hanno imparato dalla famiglia.
Gli analfabeti che aveva a prima media sono ancora analfabeti. Se li è solo levati davanti agli occhi. E lo sa bene. Tanto è vero che a terza boccia poco. Sette a prima, quattro a seconda, uno a terza (47). Il contrario esatto di quello che doveva fare.
Nella scuola dell'obbligo, l'obbligo l'avrebbe assolto portando tutti a terza. E' all'esame di licenza che può sfogare i suoi istinti da selezionatrice.
Non avremmo più nulla da ridire. Anzi se il ragazzo non sa ancora scrivere farà bene a bocciarlo.

47 Per il motivo spiegato in nota a pag. 49 immaginiamo le medie con classi piccolissime. Si ha così l'impressione che le professoresse boccino meno      delle maestre. Vista percentualmente la cosa è ben diversa.

  

     Bocciati in prima elementare 15,4%, in seconda 18%, in terza 12%, in quarta 14,9%, in quinta 17,9%. in prima media 33,3%, seconda 23,2%,      terza 5,1% (vedi tavola A).
48 Per l'interpretazione di questo disegno vedi la tavola D e le sue note.
49 Abbiamo scelto la base 30 perché ci pareva fatica disegnare 100 ragazzi per categoria. Il disegno suppone che tutti i figli di imprenditori e liberi      professionisti finiscano le medie superiori. I dati sono tratta dall'Annuario statistico Italiano 1965 tav. 13 e 103.

Il disegno a pagina 57 dà un quadro riassuntivo degli otto anni dell'obbligo (48).
La classe ha perso 40 ragazzi. Sedici di loro sono andati a lavorare prima di aver compiuto l'obbligo. Ventiquattro sono a ripetere. In complesso son passati per la classe 56 ragazzi. In terza media ci sono solo 11 dei 32 ragazzi che la maestra ha avuto in consegna in prima elementare.
A questo punto occorrerebbe una rilevazione del mestiere del babbo dei licenziati dalle medie. Ma l'ISTAT non l'ha fatta. Come poteva pensare che la Scuola dell'Obbligo facesse distinzione di classe?
In compenso ha studiato la professione dei papà dei diplomati alle scuole superiori: I risultati si leggono nel disegno di pag. 57 (49). Sono ragazzi che hanno avuto 12 o 13 anni della vostra scuola: Otto di quegli anni sono scuola dell'obbligo.

Qualcuno potrebbe anche essersi fermato per mancanza di soldi, senza colpa vostra. Ma ci sono operai che campano il ragazzo a scuola 10 o 11 anni per la terza media (50). Hanno speso quanto il babbo di Pierino, ma Pierino a quell'età è già licenziato dalla media superiore.

Nati diversi
Cretini e svogliati

Voi dite di aver bocciato i cretini e gli svogliati. Allora sostenete che Dio fa nascere i cretini e gli svogliati nelle case dei poveri. Ma Dio non fa questi dispetti ai poveri.E' più facile che i dispettosi siate voi.

Difesa della razza

Alla Costituente chi sostenne la teoria delle differenze di nascita fu un fascista: "L'on. Mastroianni riferendosi alla parola obbligatorio osserva che ci sono alunni che dimostrano una insufficienza di carattere organico a frequentare le scuole" (51).
Anche un preside di scuola media ha scritto: "La Costituzione purtroppo non può garantire a tutti i ragazzi eguale sviluppo mentale, eguale attitudine allo studio" (52). Ma del suo figliolo non lo direbbe mai. Non gli farà finire le medie? Lo manderà a zappare? Mi han detto che queste cose succedono nella Cina di Mao, ma sarà vero?
Anche i signori hanno i loro ragazzi difficili. Ma li mandano avanti.
Solo i figlioli degli altri qualche volta paiono cretini. I nostri no. Standogli accanto ci si accorge che non sono. E neppure svogliati. O per lo meno sentiamo che sarà un momento che gli passerà, che ci deve essere un rimedio. Allora è più onesto dire che tutti i ragazzi nascono eguali e se in seguito non lo sono più è colpa nostra e dobbiamo rimediare.
E' esattamente quello che dice la Costituzione quando parla di Gianni: "Tutti i cittadini sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di razza, lingua, condizioni personali e sociali.
E' compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese (Art.3).

Toccava a voi

Una sua collega delle medie (una mite sposina che a prima ne ha respinti 10 su 28, comunista lei e il marito, gente impegnata) ci fece un' obiezione: "Io non li ho cacciati, li ho solo bocciati. Se non ci pensano i loro genitori a rimandarli peggio per loro".
Ma il babbo di Gianni a 12 anni andò a lavorare da un fabbro e non finì neanche la quarta. a 19 anni andò partigiano. Non capì bene quello che faceva, Ma certo lo capì meglio di voi. Sperava in un mondo più giusto che gli facesse uguale almeno Gianni. Gianni che allora non era neanche nato.
Per cui l'articolo 31 suona così: "E' compito della signora Spadolini rimuovere gli ostacoli..."
Fra l'altro vi paga anche bene. Lui che prende trecento lire l'ora a voi ve ne dà 4300.
E' disposto a darvene anche di più purché facciate un orario un po' più decente. Lui lavora 2150 ore l'anno, voi 522 (gli esami non ve li conto non sono scuola) (33).
Ma non può rimuovere gli ostacoli lui che li ha addosso: Non sa nemmeno che disciplina occorre a un ragazzo che fa le medie, quanto deve stare a tavolino, se è bene che si svaghi. se è vero che a studiare vien mal di testa e "trillan gli occhi" come dice Gianni.
Se sapeva fare da sé non vi mandava Gianni a scuola. Tocca a voi supplirlo in tutto: istruzione e educazione. Sono due facce di un problema solo. Gianni domani, se ce lo portate, sarà un babbo più capace e collaborerà in altro modo. Il suo babbo per ora è quello che è. Quel poco che i signori gli hanno concesso di essere.

52 Lettera firmata dal preside e 18 professori in risposta allo studio di cui si parla a pag. 54.
53 Lo stipendio netto di un'insegnante delle medie inferiori va da un minimo di 1.223.000 lire l'anno(1.a classe di stipendio, nessuno scatto) a un      massimo di 3.311.000 (4.a classe di stipendio 17° scatto). L'orario di cattedra va da un minimo di 468 ore l'anno (lingua straniera e matematica) a      un massimo di 540. Minimo stipendio con massimo d'ore eguale 2264 lire l'ora. Minimo d'ore con massimo di stipendio 7074 lire l'ora.
Nel testo      riportiamo i valori medi. I nostri dati sono aggiornati al 1966.

Le ripetizioni

Invece di rimuovere gli ostacoli, lavorano a aumentare le differenze. La mattina sono pagati da noi   per fare scuola eguale a tutti, a sera prendono denaro dai più ricchi per fare scuola diversa ai signorini. A giugno, a spese nostre, siedono in tribunale e giudicano le differenze.

L'impiegatuccio

Non è che il babbo di Gianni non sappia che esistono le ripetizioni. E’ che avete creato un’atmosfera per cui nessuno dice nulla. Sembrate galantuomini.
Se un impiegatuccio comunale, a casa sua, a caro prezzo, facesse certificati presto e bene e allo sportello li facesse lentamente e inservibili andrebbe dentro. Pensi poi se sussurrasse al pubblico: « Qui i certificati li avrà tardi e inservibili. Le consiglio d’andare da qualcuno che lì fa in casa a paga­mento ». Andrebbe dentro. Ma non va dentro un professore di cui so che disse a una mamma: « Non ce la fa. Lo mandi a ripetizione». Ha detto letteralmente così. Ho i testimoni. Potrei portarlo in tribunale. In tribunale? Da un giudice che ha la moglie che fa ripetizioni? E poi sul Codice Penale questo reato, chissà perché, non è previsto.

Le cipolle

Siete tutti d'accordo. Ci volete schiacciare. Fatelo pure, ma almeno non fingete d'essere onesti. Bella forza essere onesti su un codice scritto da voi e su misura vostra. Un mio vecchio amico ha rubato 40 cipolle in un orto. Ha avuto 13 mesi di galera senza condizionale.
Il giudice le cipolle non le ruba. Troppa fatica. Dice alla cameriera che gliele compri. I soldi per le cipolle e per la cameriera li guadagna sua moglie con le ripetizioni.

Sono meglio i preti

Certe scuole di preti sono più leali. Strumento della lotta di classe e non lo nascondono a nessuno. Dai barnabiti a Firenze la retta d'un semiconvettore è di 40.000 lire al mese. Dagli scolopi 36.000. Mattina e sera al servizio d'un padrone solo. Non a servire due padroni come voi. L'altro ostacolo che non rimuovete sono le mode. Un giorno a proposito della televisione, Gianni ci disse: "Ce le danno queste cose. Se ci dessero la scuola s'andrebbe a scuola". Con questo soggetto impersonale voleva dire la società, il mondo, qualcuno di indefinibile che guida le scelte dei poveri. Noi si coprì di insulti: "Di scuole ne avevi due e le hai lasciate". Ma detto fra noi, è proprio vero che ha scelto liberamente?"
In paese pesano su di lui tutte le mode fuorché quelle buone. Chi non le accetta si isola. Ci vorrebbe un coraggio che non può avere lui così giovane, incolto, non aiutato da nessuno. Né dal babbo che ci casca anche lui. Né dal parroco che vende giochi al bar delle ACLI. Né dai comunisti che vendono giochi alla Casa del Popolo. Fanno a gara a chi lo trascina più in basso. Come se non bastassero le voglie che abbiamo dentro.

Le mode

Le mode gli hanno detto che i 12-21 anni sono l’età dei giochi sportivi e sessuali, dell’odio per Io studio. Gli hanno nascosto che i 12-15 anni sono l’età adatta per impadronirsi della parola 15-21 per usarla nei sindacati e nei partiti.
Gli hanno nascosto che non c’è tempo da perdere. A 15 anni addio scuola. A 21 s’avvicina l’età dei pensieri privati: fidanzamento, matrimonio, figlioli, benessere. Allora non avrà più tempo per le riunioni, avrà paura a esporsi, non potrà certo donarsi tutto.

La difesa dei poveri 

L’unica difesa dei poveri contro ‘e mode potreste essere voi. Lo Stato vi dà 800 miliardi l’anno a questo scopo (54)
Ma siete ben miseri educatori voi che offrite 183 giorni di vacanza contro 180 di scuola. Quattro ore di scuola contro dodici senza scuola. Un imbecille di preside che entra in classe e dice: “ Il provveditore ha concesso vacanza anche il 3 novembre”  3 novembre » sente un urlo di gioia e ne sorride compiaciuto.
Avete presentato la scuola come un male e dovevano riuscite a amarla i ragazzi?
A Borgo il preside ha concesso un’aula ai ragazzi di terza media per un ballo con le compagne. I salesiani, per non essere da meno, organizzano il corso mascherato. Un professore che conosco si fa vedere con la Gazzetta dello Sport In tasca.
Sono uomini pieni di comprensione per le « esigenze » dei giovani. Del resto è comodo accettare il mondo così com’è. Un insegnante con la Gazzetta in tasca s’intende bene con un babbo operaio con la Gazzetta in tasca, per parlare d’un figliolo col pallone sotto braccio o d’una figliola che sta un’ora dal parrucchiere.
Poi l’insegnante fa un piccolo segno sul registro e i figlioli dell’operaio vanno a lavorare quando ancora non sanno leggere. I figlioli dell’insegnante seguitano a studiare a oltranza anche se « non ne hanno voglia » o « non capiscono nulla ».

La selezione serve a qualcuno

A questo punto ognuno se la prende con la fatalità. E’ tanto riposante leggere la storia in chiave di fatalità. Leggerla in chiave politica è più inquietante: tante mode diventano parte d’un piano ben calcolato perché Gianni resti tagliato fuori. L’insegnante apolitico diventa uno dei 411.000 utili idioti che il padrone ha armato di registro e pa­gella. Truppe di riserva incaricate di fermate 1.031000 Gianni l’anno, nei caso che il gioco delle mode non bastasse a distrarli.
Un milione e 31.000 respinti l’anno. E’ un vocabolo tecnico di quella che voi chiamate scuola. Ma è anche un vocabolo di scienza militare. Respingerli prima che afferrino le leve. Non per nulla gli esami sono di origine prussiana (55).
Il curioso e che lo stipendio per buttarci fuori ve lo paghiamo noi gli esclusi
Povero è chi consuma tutte le sue entrate. Ricco chi ne consuma solo una parte. In Italia, per un caso inspiegabile, i consumi sono tassati fino all’ultima lira. Le entrate solo per burla.
Mi hanno raccontato che i trattati di scienza delle Finanze chiamano questo sistema “ indolore ”  . Indolore vuoi dire che i ricchi riescono a far pagare le tasse soltanto ai poveri senza che se ne avvedano.
All’università certe cose si dicono. C’è solo signorini. Invece nelle scuole inferiori è proibito parlarne. Non sta bene far politica a scuola. Il padrone non vuole.

54 "Relazione generale sulla situazione economica del paese 1965"VoI. Il pag. 495. La cifra si riferisce alla sola scuola dell’obbligo.
55 Vedi Enciclopedia Treccani sotto la voce Esami. Prussia = parte della Germania. Si usa dire che la mania militaristica dei tedeschi venga dalla      Prussia.

A chi giova?

Vediamo un po' a chi giova che la scuola sia poca. Settecentoquaranta ore l’anno sono due ore al giorno. E il ragazzo tiene gli occhi aperti altre quattordici ore. Nelle famiglie privilegiate sono quattordici ore di assistenza culturale di ogni genere.
Per i contadini sono quattordici ore di solitudine e silenzio a diventare sempre più timidi. Per i figlioli degli operai sono quattordici ore alla scuola dei persuasori occulti (56).
Specialmente le vacanze estive hanno l’aria di coincidere con precisi interessi. I figlioli dei ricchi vanno all’estero e imparano più che d’inverno. I poveri il primo ottobre hanno dimenticato anche quel poco che sapevano a giugno. Se son rimandati a settembre non possono pagarsi le ripetizioni. In genere rinunciano a presentarsi (57).  Se son contadini danno una mano per le faccende grosse dell’estate senza aggravio di spesa per la fattoria.
Al tempo di Giolitti queste cose si dicevano parlar chiaro in pubblico: « ... si raccolse a Caltagirone un congresso di grossi proprietari che propose, per tutta riforma, l’abolizione dell’istruzione elementare perché contadini e minatori non potessero, leggendo, assorbire idee nuove” (58)

56 persuasori occulti = la pubblicità si chiama occulta quando convince i poveri che cose non necessarie siano necessarie.
57 Conosciamo molti casi del genere. Ci è però parso fatica farne una rilevazione statistica in tegola.
58 Memorie della mia vita Milano 1922 voi. I pag. 90 
Anche Ferdinando Martini era sincero. lamentando l’apertura delle scuole secondarie alle classi      inferiori disse: "Per questo crebbe nelle classi dirigenti l’obbligo di sforzi senza riposo per non perdere addirittura ogni prevalenza politica e      economica"(59).

I fascisti

Anche al tempo del fascismo le leggi erano chiare: "Le scuole dei centri urbani e dei maggiori centri rurali sono costituite normalmente nel corso inferiore e superiore (5 anni di studio). Quelle dei minori centri rurali hanno, di regola, solo il corso inferiore (3 anni di studio)"
All’Assemblea Costituente i fascisti chiesero che l’obbligo fosse ridotto ai 13 anni (61)

Povero Pierino

Ma restarono soli. Gli altri avevano inteso perché oggi occorre parlare più velato.
Quando alla Camera si discusse sulla Nuova Media, dir male dei poveri era ormai proibito. Non restò che piangere sul povero Pierino e sul latino.
Il più commosso fu un democristiano: “ Perché mai, dovrebbero essere umiliati i più dotati di intelletto e di vo1ontà costringendoli in una scuola dove è necessario che essi si tarpino le ali, per tenersi al volo di chi è per natura necessitato a procedere lentamente? » (6)

Il padrone

Spesso c’è venuto fatto di parlare del padrone che vi manovra. Di qualcuno che ha tagliato la scuola su misura vostra. Esiste? Sarà un gruppetto di uomini intorno a un tavolo con in mano le fila di tutto: banche, industrie, partiti, stampa, mode?
Noi non Io sappiamo. Sentiamo che a dirlo il nostro scritto prende un che di romanzesco. A non lo dire bisogna far gli ingenui. t come sostenere che tante rotelle si sono messe insieme per caso. Ne è venuto fuori un carro armato che fa la guerra da sé senza manovratore. Giovanni Giolitti: più volte al governo dal 1892 al 1921

59 Discorso alla Camera 13-12-1888. Ferdinando Martini : sottosegretario a poi ministro dell’istruzione dal 1884 al 1893.
60 Articolo 66 del testo unico 5-2-1928
61 Emendamento Tumminelli all’articolo 34 della Costituzione.
62 Onotevole Limoni. Discussione alla Camera sulla legge istitutiva della Nuova Media. Seduta del 13-12-1962

Forse la storia di Pierino ci può dare una chiave. Proviamo a voler bene anche alla sua famiglia. Il dottore e sua moglie sono gente in gamba. Leggono, viaggiano, ricevono gli amici, giocano col bambino, hanno tempo di stargli dietro, ti sanno anche fare. La casa è piena di libri e di cultura. A cinque anni io maneggiavo la pala con maestria. Pierino il lapis. Una sera, quasi per scherzo, portata più dai fatti che da altro, viene la decisione: « Che si mette a fare in prima? Mettiamolo in seconda ». Lo mandano agli esami senza dargli importanza. Se boccia fa lo stesso. Non boccia, prende tutti nove, Una serena gioia familiare come sarebbe in casa mia.

Piove sul bagnato

Di strano  in tutto questo c’è solo la legge che i due sposini hanno trovata scodellata Proibisce di iscrivere a prima un bambino di cinque anni, ma permette di iscriverne a seconda uno di sei. E’ una legge cretina o è fin troppo intelligente? Quei due non l’hanno scritta. Non ci hanno fatto neanche caso. Allora chi l'ha scritta? La mia mamma?
A me è successo in prima elementare succede poi anno per anno. Pierino passa sempre e quasi senza studiare. Io lotto a denti stretti e boccio. A lui gli c’entra anche lo sport, l’Azione Cattolica o la Giovane Italia o la E. G. Comunista, la crisi puberale, l’anno delle malinconie, l’anno della ribellione (63) A 18 anni ha meno equilibrio di quanto ne avevo io a 12. Ma passa sempre. Si laureerà a pieni voti. Farà l’assistente universitario gratis. Sì gratis. Nessuno ci crederebbe: gli assistenti volontari lavorano senza stipendio.
Ci siamo imbattuti in un’altra legge strana. Ma ha precedenti gloriosi. Lo Statuto di Carlo Alberto (64) diceva: « Le funzioni di senatore e deputato non danno luogo a alcuna retribuzione o indennità » Questo non è romantico disinteresse, è un sistema raffinato per escludere la razza inferiore senza dirglielo in faccia. La lotta di classe quando la fanno i signori è signorile. Non scandalizza né i preti né i professori che leggono l’Espresso.

63 Giovane Italia = oggi è un’organizzazione di studenti (ascisti.
64 Carlo Alberto = re dì Piemonte Liguria e Sardegna fino al 1848. Statuto: specie di Costituzione sulla quale sono state fatte le leggi dal 1848 al l949.
65 Articolo 50. Altrettanto valeva per il Sindaco e la Giunta Comunale. L’articolo 50 è stato ufficialmente in vigore fino aI 1948. In Inghilterra i deputati sono pagati dal 1911.

Pierino dunque diventerà professore. Troverà una moglie come lui. Tireranno su un Pierino a loro volta. Più Pierino che mai. Trentamila storie così ogni anno. Se si prende da sola la mamma di Pierino non è una belva. E’ soltanto poco generosa. Ha chiuso gli occhi sui figlioli degli altri. Non ha proibito a Pierino di frequentare pierini come lui. Lei stessa e il suo marito si circondano di intellettuali. Dunque non vogliono cambiare.
Le 31 mamme dei compagni di Pierino o non hanno tempo come lei o non sanno. Hanno lavori che rendono tanto poco che per viverci bisogna lavorare da piccini a vecchi, dall’alba a notte. Lei invece fino a 24 anni è stata a scuola. Fra l’altro ha avuto in casa una di quelle 31 mamme. La mamma di un Gianni che per fare le faccende a lei trascura il suo bambino.
Tutto il tempo che ora le avanza è un dono dei poveri o forse un furto dei signori. Perché non lo spartisce?
In conclusione la mamma di Pierino non e ne belva né innocente. Ma sommando migliaia di piccoli egoismi come il suo si fa l’egoismo grande d’una classe che vuoi per sé la parte del leone.
Una classe che non ha esitato a scatenare il fascismo, il razzismo la guerra, la disoccupazione Se occorresse “ cambiare tutto perché non cambi nulla” non esiterà ad abbracciare il comunismo. Il meccanismo preciso non lo sa nessuno. Ma quando ogni legge sembra tagliata su misura perché giovi a Pierino e freghi noi non si può più credere nel caso.

66 La frase fra virgolette è nel romanzo "Il Gattopardo". La dice un principe siciliano all’attivo dei Garibaldini (1860). Poi fa il garibaldino anche lui e così      non perde né i soldi né il potere.
67 Annuario Statistico Italiano 1963 tav. 113-114. Negli anni successivi manca la rilevazione.

La selezione ha raggiunto il suo scopo

Fra gli studenti universitari i figli di papà sono 186,5%. I figli di lavoratori dipendenti il 13,5%. Fra i laureati: figli di papà 91,99%, figli di lavoratori dipendenti 8,1% (67) Se i poveri facessero gruppo a sé potrebbero significare qualcosa. Ma non lo fanno. Anzi i figli di papà li accolgono come fratelli e gli regalano tutti i loro difetti.  In conclusione 100% di figli di papà.
Le segreterie dei partiti a tutti i livelli sono saldamente in mano ai laureati.
I partiti di massa non si differenziano dagli altri su questo punto. I partiti dei lavoratori non  arricciano il naso davanti ai figli di papà. E i figli di papà non arricciano il naso davanti ai partiti dei lavoratori. Purché si tratti di posti direttivi. Anzi è fine essere « coi poveri ». Cioè non propri o « coi poveri » volevo dire « a capo dei poveri » (68).

I candidati

Le segreterie dei partiti preparano e liste dei candidati per le elezioni. Le ornano in fondo di qualche lavoratore tanto per salvar la faccia. Poi provvedono che le preferenze vadano ai laureati: "lasciate fare a chi sa. Un operaio alla Camera si troverebbe sperso. E poi il dottore è dei nostri".

La Camera

In conclusione vanno a far leggi nuove quelli cui vanno bene le leggi vecchie. Gli unici che non son mai vissuti dentro alte cose da cambiare. Gli unici che non son competenti di politica. Alle Camere i laureati sono il 77%. Dovrebbero rappresentare gli elettori. Ma gli elettori Laureati sono l’ 8%. Operai e sindacalisti alle Camere 8,4%. Era gli elettori 51,1%. Contadini alle Camere 0,1%. Fra gli elettori 28,8%

68 Il colmo della raffinatezza e appartenere a un partitello senza massa (socialproletario o cinese). Una manifestazione cinese a Firenze nel settembre      1966 era messa su da studenti figli di grossi professori universitari.
69 "Elenco alfabetico dei Deputati".  Roma 1965. "Elenco dei Senatori"Roma 1966.

Stokely Carmichael è stato in prigione ventisette volte (70). Durante l’ultimo processo dichiarò: "Non c’è un solo bianco di cui mi fidi".
Quando un giovane bianco che aveva speso la vita intera per la causa dei negri gli gridò: "Veramente nemmeno uno, Stokely?"Carmichael si voltò verso il pubblico, guardò l’amico e disse: "No, nemmeno uno".
Se il giovane bianco s’è impermalito dà ragione a Carmichael. Se è davvero coi negri deve inghiottire, ritirarsi in disparte e seguitare a amare. Carmichael forse aspettava quel momento.
I giornali della sinistra e del centro hanno sempre fatto onore agli scritti della nostra scuola. Questa volta forse faranno coro all’astio delle destre. Allora sarà dimostrato che c’è un partito più grosso dei partiti: il Partito Italiano Laureati.

70 Stokely Carmichael (si pronuncia Stocli Carmàichel) = capo del movimento “ Black Power” (si pronuncia blec pòua e vuol dire potere nero) Negli Stati       Uniti. Quelli di Black Power chiedono il potere perché sono stanchi di chiedere l’eguaglianza e non ottenerla.

Per chi Io fate ?

La buona fede degli insegnanti è un problema a parte.
Siete pagati dallo Stato. Avete le creature davanti. Avete studiato storia. La insegnate. Dovreste veder chiaro. Certo delle creature vedete solo quelle scelte. La cultura v’è toccata farvela sui libri. E i libri sono scritti dalla parte padronale. L’unica che sa scrivere. Ma potevate leggere tra le righe. Possibile che siate ancora in buona fede?

Il nazista

Cerco di capirvi. Avete un aspetto così rispettabile. Non avete nulla del criminale. Forse qualcosa del criminale nazista. Cittadino onestissimo e obbediente che registra le casse di sapone.
Si farebbe scrupolo a sbagliare una cifra (quattro, quattro meno), ma non domanda se è sapone fatto con carne d’uomo. Ma per chi lo fate? Che ve ne viene a rendere la scuola odiosa e a buttar Gianni per la strada? Ora si scoprirà che siete più timidi di me. Temete i genitori di Pierino? I colleghi delle scuole superi L’ispettore?
Se la carriera vi preme tanto c’è una soluzione: truccate un po’ gli scritti, correggete qualche errore mentre passate tra i banchi.
Oppure non temete nulla di esterno e di volgare. Temete solo la vostra coscienza. Ma una coscienza costruita male.
"Considererei questa promozione lesiva dell’onore e della dignità della scuola" mise a verbale un preside. E la scuola chi è? La scuola siamo noi. Come fa a servirla se non serve noi?
"Anzi è proprio per il bene del ragazzo stesso. Non dimentichiamo che si tratta di alunni alle soglie della Scuola Superiore" disse pomposamente il preside d’una scuoletta di campagna. Su 30 ragazzi era già chiaro che alle superiori ne sarebbero andati tre: la Maria del merciaio l’Anna della maestra e Pierino naturalmente. Ma anche se fossero stati di più, cosa cambiava?
Il preside s’era dimenticato di cambiare disco. Non s’era accorto della nuova popolazione scolastica. Una realtà già viva di 680.000 ragazzi in prima. Tutti poveri. I ricchi in minoranza.
Non una scuola declassata come dice lui. Declassata è la sua. Al servizio di chi ha i soldi per andare avanti.
"Passare chi non lo merita è un’ingiustizia verso i più bravi"ci disse un’altra animuccia delicata.  Chiami Pierino in disparte e gli dica come disse il Padrone ai vignaioli (71) : " Te ti passo perché sai. Hai due fortune: quella di passare e quella di sapere. Gianni lo passo per fargli coraggio, ma ha la disgrazia di non sapere".

71 Vangelo di S. Matteo capitolo 20.

Per la Società

Un’altra è convinta d’essere responsabile verso la Società: "Oggi lo passo in terza media e domani mi vien fuori un medico! ".

Eguaglianza

Carriera, cultura, famiglia, onore della scuola, bilancino per pesare i compiti. Son piccinerie. Troppo poco per riempire la vita d’un maestro.
Qualcuno di voi se n’è accorto e non ne sa sortire. Tutto per paura di quella benedetta parola. Eppure non c’è scelta. Quel che non è politica non riempie la vita d’un uomo d’oggi. In Africa, in Asia, nell’America latina, nel mezzogiorno, in montagna, nei campi, perfino nelle grandi città, milioni di ragazzi aspettano d’essere fatti eguali. Timidi come me, cretini come Sandro, svogliati come Gianni. Il meglio dell’umanità.

Le riforme che proponiamo

Perché il sogno dell’eguaglianza non resti un sogno vi proponiamo tre riforme:

I    - Non bocciare.
Il   - A quelli che sembrano cretini dargli la scuola a pieno tempo.
III - Agli svogliati basta dargli uno scopo.

Al tornitore non si permette di consegnare solo i pozzi che sono riusciti. Altrimenti non farebbe nulla per farli riuscire tutti. Voi invece sapete di poter scartare i pezzi a vostro piacimento. Perciò vi contentate di controllare quello che riesce da sé per cause estranee alla scuola.
Oggi questo sistema è illegale.
La Costituzione, nell’articolo 34 promette a tutti otto anni di scuola. Otto anni vuoi dire otto classi diverse. Non quattro classi ripetute  due volte ognuna. Sennò sarebbe un brutto gioco di parole indegno di una Assemblea Costituente (72) . Dunque oggi arrivare a terza media non è un lusso. E’ un minimo di cultura comune cui ha diritto ognuno. Chi non l’ha tutta non è Eguale.
Non vi potete più trincerare dietro la teoria razzista delle attitudini. Tutti i ragazzi sono adatti a far la terza media e tutti sono adatti a tutte le materie.
72 Difatti nessuno pose la questione né in sede di Commissione né durante la discussione in aula (vedi Resoconto stcnografico della seduta       29/4/1947).

E’ comodo dire a un ragazzo: “Per questa materia non ci sei tagliato”. Il ragazzo accetta perché è pigro come il maestro. Ma capisce che il maestro non lo stima Eguale. E’ diseducativo dire a un altro:”Per questa materia sei tagliato”. Se ha passione per una materia bisogna proibirgli di studiarla. Dargli di limitato o squilibrato. C’è tanto tempo dopo per chiudersi nelle specializzazioni.

A cottimo

Io vi pagherei a cottimo. Un tanto per ragazzo che impara tutte le materie. O meglio multa per ogni ragazzo che non ne impara una.
Allora l’occhio vi correrebbe sempre su Gianni. Cerchereste nel suo sguardo distratto l’intelligenza che Dio ci ha messa certo uguale agli altri. Lottereste per il bambino che ha più bisogno, trascurando il più fortunato, come si fa in tutte le famiglie. Vi svegliereste la notte col pensiero fisso su lui a cercare un modo nuovo di far scuola, tagliato su misura sua. Andreste a cercarlo a casa se non torna. Non vi dareste pace, perché la scuola che perde Gianni non è degna d’esser chiamata scuola.

Medioevali siete voi

Noi per i casi estremi si adopra anche la frusta.
Non faccia la schizzinosa e lasci stare le teorie dei pedagogisti. Se vuol la frusta gliela porto io, ma butti giù la penna dal registro. La sua penna lascia il segno per un anno. La frusta il giorno dopo non si conosce più.
Gianni per quella sua penna « moderna » e per benino non  leggerà mai un libro in vita sua. Non saprà mai scrivere una lettera decente. Un castigo sproporzionato e crudele.
L’unico che avrebbe motivo di lamentarsi d’una scuola senza bocciati è l’insegnante di matematica. La lezione di seconda o terza è inutile per chi non sa le cose di prima.
Ma la matematica è una materia sola. Non vorrà per tre ore la settimana che il ragazzo non può seguire utilmente, fargliene perdere 23 che sono a sua misura.
Del resto sulla matematica si può fare un discorso come quello che è stato fatto alle Camere per il latino. Quali sono i calcoli che ognuno deve saper fare per le necessiti immediate di casa o di un lavoro qualsiasi o della lettura d’un giornale? In altre parole: quale parte della matematica ricorda un uomo colto non specializzato? Tutta quella che è nel programma degli otto anni escluse le espressioni numeriche e l’algebra (73).
Resta il problema d’arricchirsi la lingua del vocabolo algebra. Ma per questo basta una lezione sola d’algebra in tutto l’anno. Abbiamo volutamente trascurato il problema delle classi differenziali e di aggiornamento. Quando funzionano sono la cosa più bella che abbiate. Ma se farete la scuola a pieno tempo non ne avrete più bisogno.

73 Espressioni numeriche = operazioni complicate con cui alle medie non si può risolvere nessun problema pratico. algebra = le stesse operazioni fatte      con lettere al posto dei numeri.

Il Pieno tempo
Ripetere

Sapete bene che per fare tutto il programma a tutti non bastano io due ore al giorno della scuola attuale.
Finora avete risolto il problema da classisti. Ai poveri fate ripetere l’anno. Alla piccola borghesia fate ripetizioni. Per la classe più alta non importa, tutto è ripetizione. Pierino quello che insegnate l’ha già sentito in casa.
Il doposcuola è una soluzione più giusta. Il ragazzo ripete, ma non perde l’anno, non spende e voi gli siete accanto uniti nella colpa e nella pena (74). Buttiamo giù la maschera. Finché la vostra scuola resta classista e caccia i poveri, l’unica forma di anticlassismo serio è un doposcuola che caccia i ricchi.
Chi non si scandalizza delle bocciature né delle ripetizioni e qui avesse qualcosa da ridire non è onesto. Pierino non é nato di razza diversa, Lo è diventato per l’ambiente in cui vive dopo la scuola. Il doposcuola deve creare quell’ambiente anche per gli altri (ma d’una cultura diversa).
La parola pieno tempo vi fa paura. Vi par già difficile reggere i ragazzi quelle poche ore. Ma è che non avete mai provato. Finora avete fatto scuola con l’ossessione della campanella, con l’incubo del programma da finire prima di giugno. Non avete potuto allargare la visuale, rispondere alle curiosità dei ragazzi, portare i discorsi fino in fondo.
Così è finito che avete fatto tutto male e siete rimasti scontenti voi e i ragazzi. E’ la scontentezza che vi ha stancato non le ore.
Offrite il vostro doposcuola anche alle elementari e anche la domenica e nelle vacanze di Natale, Pasqua e estive. Chi può dire che i ragazzi e le famiglie non vogliono una cosa che non gli è stata ancora offerta?
Non dica però di aver offerto il doposcuola quel preside che ha mandato ai genitori una circolare mezza stinta. Il doposcuola va lanciato come si lancia un buon prodotto. Prima di farlo bisogna crederci.

Pieno tempo e famiglia

La scuola a pieno tempo presume una famiglia che non intralcia. Per esempio quella di due insegnanti, marito e moglie, che avessero dentro la scuola una casa aperta a tutti e senza orario. Gandhi l’ha fatto

(75). E ha mescolato i suoi figlioli agli altri al prezzo di vederli crescere tanto diversi da lui. Ve la sentite? L’altra soluzione è il celibato. Moglie,          macchina, mestiere. E’una parola che non è di moda. Per i preti la Chiesa l’ha circa mille anni dopo la morte del Signore. Gandhi l’ha capita, proprio          in vista della scuola, a 35 anni (dopo 22 di matrimonio)
(76). Mao ha additato all’ammirazione dei compagni un operaio che s’è castrato (i “cinesi”italiani si vergognano a raccontarlo).
         A voi vi ci vorranno altri mille anni per adottare il celibato. Ma c’è una cosa che potete far subito: cominciate intanto a dirne bene e valorizzate i          celibi che avete.
         Su 411.000 insegnanti delle scuole dell’obbligo 88.000 non son sposati. Di questi 88.000, 53.000 non si sposeranno neanche in futuro”.
         Perché non dire agli altri e a se stessi che non è una disgrazia, ma una fortuna per essere disponibili alla scuola a pieno tempo?  Si usa dire, non so          con che fondamento, che oggi i celibi son gli insegnanti meno umani. Domani quando fosse una scelta generosa potrebbero appassionarsi alla          scuola, amare i ragazzi e essere amati. E soprattutto aver la gioia d’una scuola che riesce.
75 Gandhi — santo di religione indiana vissuto nel nostro secolo. Fu ucciso nel 1948.
76 I genitori lo avevano fatto sposare a 13 anni secondo un’usanza indiana di quell’epoca.

Pieno tempo e diritti sindacali
Battaglie memorabili

C’è capitato in mano un giornaletto sindacale per insegnanti "No all’aggravio dell’orario di cattedra! Ci sono state battaglie sindacali memorabili per fissare l’obbligo orario e sarebbe assurdo tornare indietro".
Ci ha messo in imbarazzo. A rigore non possiamo dir nulla. Tutti i lavoratori lottano per ridurre l’orario e hanno ragione.

77 Abbiamo ottenuto il dato tenendo per base lo stato civile dei morti e supponendo che gli insegnanti non siano né più né meno celibi degli altri      cittadini. Siccome ignoriamo il futuro non esiste altro mezzo di approssimare in percentuale il destino matrimoniale o non dei viventi. Partitamente:      insegnanti celibi M.33.000, F.55.000. Destinati al celibato M.14.000 F.39.000.
78  Il Rinnovamento della scuola » 8 ottobre 1966.

Privilegio strano

Ma il vostro orario è indecente.
Un operaio lavora 2150 ore l’anno. I vostri colleghi impiegati statali 1630. Voi da un massimo di 738 (maestri) a un minimo di 468 (professori di matematica e lingua straniera).
La scusa che avete da rivedere i compiti a casa e da studiare non vale. Anche i magistrati hanno da scrivere le sentenze. Voi poi i compiti potreste non darli. E se li date potreste correggerli coi ragazzi nel tempo che li fanno.
In quanto a studiare, tutti hanno da studiare. E gli operai ne hanno bisogno più di voi. Eppure se vanno a una scuola serale non pretendono d’essere pagati.
In conclusione diciamo che il vostro orario di lavoro è un privilegio strano. Ve l’ha regalato il padrone fin da principio, per motivi suoi. Non è stata una vostra conquista sindacale.
Nello stesso giornaletto si legge che le vostre ore settimanali sono: "... sufficienti a esaurire la capacità di dispendio psicofisico di una persona normale". Un operaio a una pressa sta otto ore al giorno teso nel terrore di lasciarci le braccia. Davanti a lui non lo direste.
Ci sono poi migliaia di professori che non sono stanchi per far ripetizioni a chi li paga. Finché non vi sarete ripuliti di loro, siete, dall’altra parte. E’ difficile vedere in voi dei lavoratori con diritti sindacali.
Per esempio lo sciopero. È un diritto sacro del lavoratore. Ma con l’orario che fate il vostro sciopero fa schifo. Se studierete Gandhi scoprirete infinite altre tecniche di lotta identiche allo sciopero nella sostanza e diverse nella forma.
Una soluzione potrebbe essere d’iscrivervi al sindacato magistrati e scioperare solo nelle ore in cui lavorate da giudici: interrogazioni, scrutini, esami, registri da riempire. Quando invece toccate quelle poche ore di insegnamento la gente capisce che di noi non ve ne importa nulla.

Chi farà la scuola a pieno tempo?

Con l'orario che fate la scuola è guerra ai poveri. Se lo Stato non può imporvi aumenti d’orario non può fare scuola. E’ una conclusione grave. Finora si diceva che la scuola statale è un progresso rispetto alla privata. Ora bisognerà ripensarci e rimettere la scuola in mano d’altri. Di gente che abbia un motivo ideale per farla e farla a noi.

Attenzione ai vocaboli

Teniamo i piedi in terra.
 
La mattina e d’inverno la scuola la farà Stato. E seguiterà a farla « interclassista (attenzione ai vocaboli: il classismo dei ricchi si chiama interclassismo).
Nel pomeriggio e d’estate bisogna che la faccia qualcun altro e che la faccia anticlassista (attenzione ai vocaboli: l’anticlassismo i ricchi lo chiamano classismo).

Il comune

La prima soluzione è di rivolgersi alle Amministrazioni Comunali. Si facciano conoscere dalla politica scolastica se sono per noi. Asfalto, lampioni e campo sportivo sanno metterli anche i monarchici.
Se la Giunta Provinciale Amministrativa taglia la spesa perché « non rientra nelle attribuzioni dei comuni » rispondano che è una legge fascista (1931), resistano, si facciano sentire. E’ comodo dar la colpa al prefetto e non far nulla.

I comunisti

Ma può succedere che il Comune non ne voglia sapere. Perfino i comunisti sono timidi in fatto di classismo. Se la sentiranno d’urtare gli impiegati e i bottegai?
Un pezzo grosso del partito ci disse che la scuola tocca allo Stato: « Quando saremo al potere noi... ». Dalla liberazione sono passati vent’anni. I comunisti al potere non ci sono andati. Campa contadino che l’erba cresce.

I preti

I preti forse potrebbero fare il doposcuola. Ma molti non sanno amare con la durezza del Signore. Credono che il sistema migliore per educare i ricchi sia di sopportarli.
Le uniche organizzazioni di classe sono i sindacati. Dunque il doposcuola tocca a loro.
I sindacalisti per ora non ne vogliono sapere. Dicono che in una democrazia moderna ogni ente ha la sua funzione e non deve scantonare.
Anche loro soffrono un po’ di timidezza.
Eppure si lamentano della gioventù d’oggi indifferente a tutto. Dicono che diventa sempre più difficile convincere allo sciopero, fare iscritti, attivisti, operatori a pieno tempo. E intanto lasciano che i giovani vengano su alla scuola del padrone.

Almeno provate

Quando i sindacati avranno battuto la testa ci ripenseranno sopra. Ma intanto potrebbero fare almeno un esperimento locale. CGIL e CISL associate fra loro oppure in concorrenza.
La scuola costa poco, un po’ di gesso, una lavagna, qualche libro regalato, quattro ragazzi più grandi a insegnare, un conferenziere ogni tanto a dire cose nuove gratis.

Pieno tempo e contenuto
Don Borghi

Mentre scrivevamo questa lettera è venuto a trovarci don Borghi. Ci ha fatto questa critica:
"A voi pare tanto importante che i ragazzi vadano a scuola tutti e che ci stiano tutto il giorno. Ne usciranno individualisti e apolitici come gli studenti che c’è in giro. Il terreno che occorre per il fascismo. Finché gli insegnanti e le materie di studio sono quelli che sono, meno i ragazzi ci stanno e meglio è. E una scuola migliore l’officina.
Per mutare insegnanti e contenuto ci vuole ben altro che la lettera. Questi problemi vanno risolti sul piano politico".
E’ vero. Un parlamento  che rispecchiasse le esigenze di tutto il popolo e non soltanto della borghesia, con un par di leggi penali vi metterebbe a posto. Voi e i programmi.
Ma in Parlamento bisogna andarci noi. I bianchi non faranno mai le leggi che occorrono per i negri.
Per andare in parlamento bisogna impadronirsi della lingua. Per ora, in mancanza di meglio, è bene che i ragazzi vengano a scuola anche da voi.
Poi di certo non siete tutti come pensa il Borghi.
Forse vi siete deformati proprio facendo scuola in una scuola così. Non avete preferito i signorini per malizia, è solo che li avete avuti troppo sotto gli occhi. Troppi di numero e troppo tempo.
Alla fine vi siete affezionati a loro, alle loro famiglie, al loro mondo, al giornale che si legge in casa loro. Chi ama le creature che stanno bene resta apolitico. Non vuol cambiare nulla.

La pressione dei poveri

Ora le cose stanno trasformandosi. La popolazione scolastica cresce anche malgrado le vostre bocciature. Con una massa di poveri che preme, che ha bisogno di cose elementari, non potrete spingere il   programma per Pierino. Tanto più se farete la scuola à pieno tempo.
I ragazzi dei poveri vi rifaranno nuovi voi e  i programmi. Conoscere i ragazzi dei poveri e amare la politica è tutt’uno. Non si può amare creature segnate da leggi ingiuste e non volere leggi migliori.

Un fine

La scuola dei preti

Una volta c’era la scuola confessionale (79). Quella un fine l’aveva e degno d’essere cercato. Ma non serviva gli atei. Tutti aspettavano che la sostituiste con qualcosa di grandioso, Poi avete partorito il topolino: la scuola per il tornaconto individuale.
Ora la scuola confessionale non esiste più. I preti hanno chiesto la parificazione e danno voti e diplomi come voi. Anche loro propongono ai ragazzi il Dio Quattrino.

79 Scuole confessionale = scuola che dichiara apertametente di voler portare i ragazzi a una data religione o idea politica.

A scuola comunista

La scuola comunista proporrebbe qualcosa di un po’ meglio. Ma non vorrei esser maestro e dover     misurare le parole. Vedere negli occhi dei ragazzi il dubbio: dice quello che è vero o quello che conviene? proprio necessario pagare l’eguaglianza a questo prezzo?

Cercasi fine onesto 

Cercasi un fine. Bisogna che sia onesto. Grande. Che non presupponga nel ragazzo null’altro che d’essere uomo. Cioè che vada bene per credenti e atei.
Io lo conosco. Il priore me l’ha imposto fin da quando avevo 11 anni e ne ringrazio Dio. Ho risparmiato tanto tempo. Ho saputo minuto per minuto perché studiavo.

Il fine ultimo

Il fine giusto è dedicarsi al prossimo. E in questo secolo come vuole amare se non con la politica o coi sindacato o con la scuola? Siamo sovrani. Non è più il tempo delle elemosine, ma delle scelte. Contro i classisti che siete voi, contro la fame, l’analfabetismo, il razzismo, le guerre coloniali.

Fine immediato

Ma questo è solo il fine ultimo da ricordare ogni tanto. Quello immediato da ricordare minuto per minuto è d’intendere gli altri e farsi intendere.
E non basta certo l’italiano, che nel mondo non conta nulla. Gli uomini hanno bisogno d’amarsi anche al di là delle frontiere. Dunque bisogna studiare molte lingue e tutte vive. La lingua poi è formata dai vocaboli d’ogni materia. Per cui bisogna sfiorare tutte le materie un po’ alla meglio per arricchirsi la parola. Essere dilettanti in tutto e specialisti solo nell’arte del parlare.

Classico e scientifico

Quando la nuova media fu discussa in parlamento noi, i muti, si stette zitti perché non c’eravamo. L’Italia contadina assente là dove si parlava della scuola per lei.
Discussioni interminabili tra parti che sembravano opposte e erano eguali (80). Tutti usciti dai licei. Incapaci di vedere un palmo più là della scuola che li aveva partoriti. Come avrebbe potuto un signorino parlarsi addosso? Sputare su se stesso, sulla cultura deforme che era lui, era le parole stesse che diceva. I deputati si divisero in due parti. Le destre a proporre il latino. Le sinistre le scienze, Non ci fu uno che pensasse a noi, che ci fosse stato dentro, che avesse faticato a seguire la vostra scuola (81). Topi di museo le destre. Topi di laboratorio i comunisti. Lontani gli uni e gli altri da noi che non si parla e s’ha bisogno di lingua d’oggi e non di ieri, di lingua e non di specializzazioni.

80 Non lo diciamo a caso. Due di noi si son lette con pazienza 156 pagine d’atti parlamentari.
81 Il deputato comunista De Grada nella seduta 14-12-1962 ha dichiarato che "a leggere e scrivere si impara nelle elementari".

Sovrani

Perché è solo la lingua che fa eguali. Eguale è chi sa esprimersi e intende l’espressione altrui. Che sia ricco o povero importa meno. Basta che parli.
Gli onorevoli costituenti credevano che si patisse tutti la voglia di cucir budella o di scrivere ingegnere sulla carta intestata: « i capaci e meritevoli anche privi di mezzi hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi » (82).
Tentiamo invece  di educare i ragazzi a più ambizione. Diventare sovrani! Altro che medico o ingegnere.

Gli arrivisti

Quando possederemo tutti in parola, gli arrivisti seguitino pure i loro studi. Vadano all’università, arraffino diplomi, facciano quattrini, assicurino gli specialisti che occorrono. Basta che non chiedano una fetta più grande di potere come hanno fatto finora.

Sparisci

Povero Pierino, mi fai quasi compassione. Il privilegio l’hai pagato caro. Deformato dalla specializzazione, dai libri, dal contatto con gente tutta eguale. Perché non vieni via?
Lascia l’università, le cariche, i partiti. Mettiti subito a insegnare. La lingua solo e null’altro.
Fai strada ai poveri senza farti strada. Smetti di leggere, sparisci. E’ l’ultima missione della tua classe.

82 Articolo 34 della Costituzione.

Salvarsi l'anima

Non tentare di salvare gli amici vecchi. Se gli riparli anche una volta sola sei sempre come prima.
Neanche per la scienza non ti dar pensiero. Basteranno gli avari a coltivarla. Faranno anche le scoperte che servono per noi. Irrigheranno il deserto, caveranno bracioline dal mare vinceranno malattie. A te che te ne importa? Non dannarti l’anima e l’amore per cose che andranno avanti anche da sé.

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