RICERCA CENSIS 2005: CHI STRINGE LA CINGHIA E CHI SCIALACQUA

Fattori politici di imperfetta evoluzione e di immaturo rapporto col potere: nella proliferazione caotica delle sedi decisionali, nella conflittualità insita nei processi decisionali e nell’indebolimento
delle funzioni dirigenziali.
l’emergere del corto orizzonte dei nuovi ricchi; mentre la maggioranza degli italiani ha continuato a stringere la cinghia, loro hanno continuato a spendere. Nei primi 8 mesi del 2005, le immatricolazioni di auto di lusso sono cresciute del 12,6%, arricchendo il parco macchine dei Paperoni d’Italia di circa 6.000 nuove vetture dagli 80 mila euro in su; un affronto ai magri risultati del comparto, che ha segnato un calo delle vendite del 3,1%; secondo le stime del World Wealth Report, gli italiani che hanno una ricchezza individuale superiore al milione di dollari (escluso il valore dell’abitazione di proprietà) sarebbero aumentati del 3,7%, passando da 188 a 195 mila; le famiglie italiane titolari di patrimoni in gestione superiori ai 500 mila euro sono cresciute dell’8%, arrivando a quota 702 mila (circa il 3,3,% delle famiglie italiane) e il patrimonio in gestione è cresciuto del 10%, con un valore medio di 783 miliardi di euro; i redditi individuali da lavoro dipendente sono cresciuti dell’1,6%, mentre quelli da lavoro autonomo sono aumentati del 10,1%. Quanto al livello d’istruzione dei nuovi ricchi, solo il 20,3% è laureato, il 42,7% ha un diploma di scuola media superiore o professionale e il 36,9% arriva al massimo alla scuola media;
- il disagio, dall’altra parte, dei senza-patrimonio; il 10% delle famiglie più ricche possiede quasi la metà (45,1%) dell’intero ammontare della ricchezza netta; negli ultimi dieci anni la quota di ricchezza posseduta dal 5% delle famiglie agiate è passata dal 27% al 32% e dal 9% al 13%; l’82% delle famiglie italiane dispone di un’abitazione di proprietà, di questi il 13% dispone di almeno una seconda abitazione e il 4,5% di altre tipologie di fabbricati; ma c’è un 13,5% di italiani che è rimasto fuori dal giro dei proprietari di casa e vive in abitazioni in affitto; il 45,3% degli affittuari dichiara di percepire un reddito basso o medio basso, per il 34% l’affitto ha un’incidenza che supera il 30% del reddito complessivo e per il 13,4% è maggiore al 40% (è considerato sostenibile un canone che si aggira attorno al 20% degli introiti mensili).
- l’impotenza delle risposte individuali; la capacità programmatoria individuale è minata dall’incertezza, visto che il 57% degli italiani afferma di non riuscire ad influenzare quello che gli succede intorno, contro un dato europeo del 47%; inoltre, la maggioranza degli italiani (65%) esprime una valutazione negativa del sistema di welfare, quasi 600 mila famiglie a reddito medio e medio-alto in un biennio hanno vissuto un ridimensionamento economico;
- l’indebolimento soggettivo è tuttavia compensato dalla lunga marcia delle reti sociali; in Italia ci sono ormai circa 200 Ong (erano 170 nel 1999), 2.165 sono i progetti avviati in Italia e 544 all’estero dalle Ong appartenenti all’Associazione delle Ong italiane, 3.445 (di cui 1.315 volontari) gli operatori impegnati, sono 21.021 le organizzazioni di volontariato, con un incremento del 14,9% rispetto al 2001. Sono 88 le Fondazioni Bancarie per un totale di proventi, al 31 dicembre 2003, pari a 2.127 milioni di euro, un importo complessivo erogato di 1.143 milioni di euro (con una variazione percentuale rispetto al 2002 del +9,5%) ed un numero di iniziative finanziate pari a 22.804 (+11,6%); e sono circa 7.100 in Italia le cooperative sociali (erano 5.515 nel 2001), 267.000 i soci, 223.000 le persone remunerate (173.348 nel 2001) e 31.000 i volontari.